I grandi cicli di affreschi medievali sono qualcosa di fantastico: pensati per essere come dei veri e propri libri, ideati per poter essere "letti" dalla popolazione analfabeta, hanno tappezzato l'Italia rendendola una nazione dal patrimonio artistico inestimabile. Uno di questi meravigliosi cicli di affreschi è a
Galatina, in provincia di
Lecce, nella basilica di Santa Caterina d'Alessandria.
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La navata centrale della basilica |
Realizzati fra il 1369 ed il 1391 per volontà di
Raimondello Orsini del Balzo, venne costruito per conservare una reliquia di
Santa Caterina, preso dal suddetto nobile durante una crociata dove si è spinto fino al monte Sinai. La chiesa è un misto fra romanico e gotico; all'interno è divisa in tre navate totalmente affrescate. Gli affreschi risalgono al XV secolo, in quanto quelli originali non piacquero alla nuova committente,
Maria d'Enghien. La nobildonna, così, convocò maestranze di scuola giottesca e senese, oltre ad un certo
Francesco d'Arezzo, che ha messo la sua firma su alcune delle scene. Alcune fonti affermano che la vastità dei cicli pittorici è seconda solo a quella della basilica di San Francesco in
Assisi.
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La vivacità dei colori |
L'intero ciclo di affreschi si sviluppa da sinistra a destra, in senso rotatorio e si presenta sicuramente più interessante nella navata centrale. Lungo le pareti della prima campata e in controfacciata sono affrescate le Scene dell'Apocalisse, che costituiscono il ciclo più vasto di tutta la chiesa. Esse introducono la narrazione nelle vele della prima campata, evocando i temi più importanti e le principali allegorie dell'Apocalisse di Giovanni. Nella seconda campata sono affrescate le Storie della Genesi, sulle due pareti laterali, e nella volta, i Sette Sacramenti. Nella terza, sono rappresentate le Gerarchie Angeliche nella volta, mentre le Storie della Vita di Cristo, sulle pareti. A santa
Caterina d'Alessandria e alla sua vita è dedicato, sulle pareti del presbiterio, un ciclo di diciassette affreschi, mentre nella volta sono affrescati gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa. Nel coro, che non rappresenta nessun tipo di decorazione ad eccezione di una serie di stemmi gentilizi, s'innalza il cenotafio di
Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, mentre quello di
Raimondello è ubicato sul lato sinistro dell'altare maggiore, nel presbiterio. Sia il ciclo pittorico della navata centrale che le Storie della Vergine nella navata destra furono commissionati da
Maria d'Enghien e pertanto sono databili fra il 1416 e il 1443, anno di morte della principessa.
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La navata laterale |
Questa chiesa è indubbiamente meritevole di una visita, e dato che si è prossimi al week end, può essere un interessante spunto per un'escursione fuori porta.
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Particolari |
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