L'Amor Cortese
Il concetto dell'Amor Cortese appare per la prima volta nel corso del XII secolo, nella poesia dei lirici provenzali che scrivono in lingua d'oc; tuttavia avrà fortuna anche nella letteratura del nord della Francia. Le 5 regioni dove si sviluppò ampiamente la pratica dell'amor cortese furono: l'Aquitania, la Provenza, la Sicilia, la Champagne e la Borgogna. La filosofia dell'amor cortese divenne popolare presso la nobiltà: l'idea cavalleresca incoraggiava i nobiluomini a trattare le donne con maggiore considerazione e a coltivare doti sociali. Un cavaliere doveva essere ben educato e gentile verso tutti, in particolare verso le signore.
Il cavaliere doveva cantare e accompagnarsi con uno strumento musicale, anche se molto spesso venivano ingaggiati menestrelli per accompagnare musicalmente il nobiluomo. Inoltre, doveva sapere flirtare e parlare d'amore, doveva compiere qualche impresa per una dama e portare un oggetto distintivo che la dama gli concedeva in occasione dei tornei. Le dame erano le principali promotrici delle idee cortesi, sostenevano i trovatori poeti che scrivevano sull'amor cortese. La regina d'Inghilterra, Eleonora d'Aquitania, e sua figlia Maria, contessa di Champagne, fecero da modello per altre dame. Accoglievano i trovatori nelle loro corti e suggerivano persino loro idee per le poesie; le loro corti divennero celebri per le discussione argute e vivaci.
Quando un cavaliere e una dama si incontravano, spesso discutevano su una poesia scritta sull'amor cortese. Ai nobiluomini e le nobildonne era consentito condividere l'amore per la poesia, la musica e di partecipare a discussioni intellettuali.
I romanzi e le poesie cortesi prendevano spunto dalle leggende di Re Artù e dalle storie degli eroi di Roma e dell'antica Grecia. Storie che univano gesta eroiche a profondi sentimenti amorosi, e descrivevano cavalieri e dame che non riuscivano più a mangiare, né a dormire a causa dell'amore. Un tale sentimento era considerato positivo, perché rendeva il cavaliere più vicino al modello cavalleresco e lo induceva a compiere coraggiose imprese. In altre vicende, come quella di Lancillotto e Ginevra, i due amanti non riuscivano mai a realizzare una felice unione.
L'amor cortese era diffuso anche nel ceto sociale popolare, in cui ci si ispirava ai nobili per corteggiare la propria amata. L'eroismo era forse meno considerato per i non nobili, questo perché risultava molto difficile per un popolano partecipare a tornei cavallereschi e ad imprese ardue, per mancanza di equipaggiamento, capacità e numerosi altri fattori.
Di seguito vi riportiamo alcuni versi presi dal "Roman de la Rose", scritto intorno al 1237 da Guillaume de Lorris.
"Al servizio delle dame impegnati E abbi molta cura; onorale e difendine l'onore; e se senti parlare di loro in modo calunnioso o con disprezzo rimprovera colui che parla; invitalo a trattenere la lingua. Fà quel che puoi per compiacere donzelle e dame. Lascia che ti ascoltino narrare i più nobili racconti. In tal modo conquisterai una reputazione onorevole".
Una dama e un cavaliere in un incontro amoroso Pagina del Codice Manesse, XIII secolo circa. |
Il cavaliere doveva cantare e accompagnarsi con uno strumento musicale, anche se molto spesso venivano ingaggiati menestrelli per accompagnare musicalmente il nobiluomo. Inoltre, doveva sapere flirtare e parlare d'amore, doveva compiere qualche impresa per una dama e portare un oggetto distintivo che la dama gli concedeva in occasione dei tornei. Le dame erano le principali promotrici delle idee cortesi, sostenevano i trovatori poeti che scrivevano sull'amor cortese. La regina d'Inghilterra, Eleonora d'Aquitania, e sua figlia Maria, contessa di Champagne, fecero da modello per altre dame. Accoglievano i trovatori nelle loro corti e suggerivano persino loro idee per le poesie; le loro corti divennero celebri per le discussione argute e vivaci.
Quando un cavaliere e una dama si incontravano, spesso discutevano su una poesia scritta sull'amor cortese. Ai nobiluomini e le nobildonne era consentito condividere l'amore per la poesia, la musica e di partecipare a discussioni intellettuali.
Una dama tira su il suo amato in un argano manuale Pagina del Codice Manesse, XIII secolo circa. |
I romanzi e le poesie cortesi prendevano spunto dalle leggende di Re Artù e dalle storie degli eroi di Roma e dell'antica Grecia. Storie che univano gesta eroiche a profondi sentimenti amorosi, e descrivevano cavalieri e dame che non riuscivano più a mangiare, né a dormire a causa dell'amore. Un tale sentimento era considerato positivo, perché rendeva il cavaliere più vicino al modello cavalleresco e lo induceva a compiere coraggiose imprese. In altre vicende, come quella di Lancillotto e Ginevra, i due amanti non riuscivano mai a realizzare una felice unione.
L'amor cortese era diffuso anche nel ceto sociale popolare, in cui ci si ispirava ai nobili per corteggiare la propria amata. L'eroismo era forse meno considerato per i non nobili, questo perché risultava molto difficile per un popolano partecipare a tornei cavallereschi e ad imprese ardue, per mancanza di equipaggiamento, capacità e numerosi altri fattori.
Di seguito vi riportiamo alcuni versi presi dal "Roman de la Rose", scritto intorno al 1237 da Guillaume de Lorris.
"Al servizio delle dame impegnati E abbi molta cura; onorale e difendine l'onore; e se senti parlare di loro in modo calunnioso o con disprezzo rimprovera colui che parla; invitalo a trattenere la lingua. Fà quel che puoi per compiacere donzelle e dame. Lascia che ti ascoltino narrare i più nobili racconti. In tal modo conquisterai una reputazione onorevole".
Una dama e un cavaliere discutono su una poesia Pagina del Codice Manesse, XIII secolo circa. |
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