Gli edifici commissionati da Giustiniano

La volontà di Giustiniano di far rivivere all'Impero i fasti dell'antica Roma è testimoniata dal gran numero di edifici che egli fece costruire o restaurare, tanto che Procopio nel suo "De Aedificiis", opera fondamentale per la conoscenza della considerevole attività edilizia giustinianea, affermò: "Dobbiamo ora procedere, come si è detto, all'argomento riguardante gli edifici di questo imperatore (Giustiniano) nell'ambito dell'Impero, affinché non possa accadere che in futuro coloro che li vedono, dato il loro numero e la loro imponenza, rifiutino di credere che sono opera di un solo uomo" (Procopio, De Aedificiis,I, i, 17).
Questa vasta attività edilizia fu talvolta suggerita da cause esterne alla volontà imperiale. È questo, ad esempio, il caso degli edifici fatti erigere nel cuore di Bisanzio e in seguito alle distruzioni prodotte dalla famosa rivolta di Nika (532). Qui Giustiniano intervenne, rinnovando il volto della città e dando inizio alla costruzione della Basilica di Santa Sofia. Altre volte gli interventi furono dettati da esigenze militari, vista la considerevole estensione dei confini dell'Impero e le continue pressioni che su di essi venivano esercitate.

Mosaico di Giustiniano
 Basilica San Vitale (Ravenna)

Il capitolo "fortificazioni" è forse il più importante e vasto di tutta l'attività edilizia promossa dall'imperatore. In questo campo uno degli interventi più cospicui fu la ristrutturazione delle mura della città di Palmira, nella Fenicia libanese, che comportò l'edificazione di una serie di torri semicircolari. Zenobia, invece, situata lungo il corso dell'Eufrate, fu una delle polis fortificate più importanti volute e fatte costruire da Giustiniano ex-novo. Altrove, come in alcune città situate sul confine dell' Armenia, la cinta muraria venne ingrandita e dotata di antemurale e fossato. A queste opere di carattere militare, vanno poi aggiunti i lavori di rinnovamento o di nuova realizzazione di innumerevoli ponti. Molti furono anche gli edifici sacri fatti erigere per volere dell'imperatore. È da notare come Giustiniano abbia dedicato la maggior parte delle chiese alla Theotokos ("Madre di Dio"), intesa non solo come madre di Cristo-uomo, ma anche di Cristo-Dio, in linea con la sua politica ortodossa, nell'intento di rammentare ai fedeli il dogma delle due nature di Cristo.

I resti di Palmira

Tra le chiese, per imponenza e per tecniche architettoniche, merita sicuramente una citazione particolare Santa Sofia, costruita a partire dal 532 e inaugurata solennemente una prima volta nel 537 e una seconda, a causa del crollo e della ricostruzione della cupola, il 24 dicembre 562. Da ricordare anche il monastero di Santa Caterina, iniziato probabilmente nel 536, voluto da Giustiniano sia per offrire un ricovero ai monaci del monte Sinai che conducevano vita eremitica, sia per poter disporre, in quell'area, di una guarnigione che sorvegliasse le incursioni dei nomadi saraceni che dallo Yemen si dirigevano in Palestina. Informazioni riguardanti le opere risalenti al periodo giustinianeo a Roma sono contenute nella storia della Guerra Greco-Gotica (De Bello Gotico), che Procopio scrisse in qualità di testimone oculare al seguito di Belisario. Fra gli interventi più importanti vanno registrati quelli a carico delle mura: infatti, nel 536 in vista dell'assedio dei Goti, a esse fu fatto aggiungere da Belisario un fossato di cui però non è rimasta traccia.

Monastero Santa Caterina, Sinai

Nel 537 il Ponte di Milvio fu munito di una torre, in modo da impedire il passaggio a chi arrivava da Nord. Nel 547, quando Totila lasciò la città, le mura e le porte furono ulteriormente rinforzate; pertanto, tra le porte che mantengono tutt'oggi la struttura bizantina, vanno ricordate Porta Latina e soprattutto Porta Pinciana (detta anche "Belisaria") che, con la sua collocazione di sbieco tra due torri circolari, costituisce un unicum rispetto alle altre porte della cinta romana. Altri provvedimenti riguardanti le mura vennero presi da Narsete nel 553; al generale bizantino è imputabile anche la fondazione della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, edificata sul luogo dove ora sorge la chiesa dei Santi Apostoli. Infine, sempre all'epoca di Giustiniano, risalgono i ponti Nomentano e Salario, ricostruiti rispettivamente nel 552 e nel 565.

Porta Pinciana

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