L'incidente di Erfurt, ovvero quando un centinaio di nobili caddero negli escrementi
Una tragedia, a volte, può assumere dei toni fra l'ironico ed il grottesco; sotto questo punto di vista, quello che successe nella cittadina tedesca di Erfurt, nel 1184, ne è un esempio perfetto. La vicenda di cui vi parliamo vede come protagoniste niente poco di meno che l'Imperatore del Sacro Romano Impero, Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa e padre del più famoso Federico II di Svevia.
La chiesa di San Pietro, luogo dove si svolse l'incidente |
L'antefatto è il seguente: fra Luigi III di Turingia e l'Arcivescovo Conrad di Magonza era in corso una faida, che si protraeva da anni, e che si intensificò al punto che Enrico VI fu costretto ad intervenire durante il suo viaggio attraverso la regione per una campagna militare contro la Polonia. Il sovrano decise così di convocare una dieta a Erfurt, dove rimase per mediare la situazione tra i due. Arrivarono così, nella cittadina tedesca, nobili provenienti da tutto l’impero ed alti prelati. Probabilmente si radunarono oltre un centinaio di persone, in quanto la controversia fra Luigi III e Conrad di Magonza coinvolse vari signorotti schierati da una parte o dall’altra.
L'imperatore convocò tutti i nobili su di una collina alle porte della città, sulla cui sommità si trovava la chiesa di San Pietro, a cui era all'epoca annesso un complesso monastico. La sala in cui i nobili si radunarono era collocata al di sopra delle latrine, ed il suo pavimento era composto da assi di legno. Non si sa se le assi fossero marce o i nobili bardati da cotte di maglia, fatto sta che il pavimento, ad un certo punto del raduno, si sfondò, facendo precipitare la maggioranza dei presenti nelle sottostanti latrine: anche la latrina aveva un pavimento di legno, e quest'ultimo lo separava dalla fossa settica; le macerie provenienti dall'alto ed il peso dei nobili volati dal piano di sopra, sfondarono questo pavimento e tutti finirono scaraventati negli escrementi.
Tutt'oggi l'interno della chiesa di San Pietro ha un pavimento in legno |
Le cronache raccontano che morirono affogati negli escrementi circa una sessantina di nobili, facendo di quella dieta una vera e propria tragedia: uno dei due contendenti, Luigi III, cadde nei liquami, ma nuotando uscì dalla fossa settica miracolosamente incolume; l'altro contendente, l'arcivescovo Conrad, non cadde nella fossa, in quanto si aggrappò appena in tempo ad una balaustra. Neanche Enrico VI cadde: infatti si trovava in una nicchia dal pavimento di pietra, e lì vi rimase fino a quando non vennero a recuperarlo tramite una scala. Tra le vittime illustri rileviamo il conte Heinrich I di Schwarzburg, rivale di Luigi III per motivi di confini, che aveva l’abitudine di esclamare, quando doveva mostrare il suo coraggio: “Se fallisco, possa io morire tra gli escrementi”. Ironia della sorte, Heinrich si ritrovò a morire proprio in un mare di escrementi e liquami.
Luigi III, il nobile che nuotò fra i liquami |
Un particolare interessante da rilevare è che le cronache dell'epoca non parlarono mai di escrementi, ma di fango: in effetti, non sarebbe stato certamente una bella pubblicità per il ceto nobiliare far sapere che in tanti perirono in modo tanto disonorevole. Fatto sta che Enrico IV, subito dopo l'incidente, lasciò immediatamente Erfurt, e continuò la sua marcia verso la Polonia, lasciandosi questo grottesco incidente alle spalle.
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