Itinerari medievali - i castelli delle Dolomiti
Amate la montagna? Allora quale posto migliore, per una vacanza, della zona delle Dolomiti? Le montagne per antonomasia sono state abitate fin dai tempi più antichi e, ovviamente, presidiate in epoca medievale da diversi manieri. Vediamone insieme alcuni.
Il castello di Andraz |
Il nostro itinerario fra le montagne più belle del mondo comincia a Castelnuovo di Quero, all'ingresso della Valbelluna, a sud delle Dolomiti bellunesi. In questo passaggio strategico sul fiume Piave, sorge un bel castello: il Castello di Castelnuovo, per l'appunto.
Il castello di Castelnuovo visto dal Piave |
La strada per giungere al castello passa proprio sotto il corpo centrale con un grande arco che, un tempo, si chiudeva con due porte e due ponti levatoi. Il corpo centrale è ancora oggi affiancato da due massicce torri di differente altezza: esse sono articolate su più piani; la torre adagiata sulle pendici della montagna presenta cinque rampe di scale, mentre quella verso il fiume, quattro. Il castello venne edificato nel 1376, per volontà della Repubblica di Venezia, al posto di un antico e fatiscente fortilizio già esistente, forse di epoca romana o longobarda. La struttura è da sempre punto fondamentale di contatto tra la Valbelluna e la Marca Trevigiana, grazie alla posizione strategica in cui sorge, fungendo da baluardo difensivo e da punto di controllo del traffico fluviale sul Piave.Continuando verso nord, arriviamo a Feltre, ai piedi delle Dolomiti bellunesi. In questa città troviamo il Castello di Alboino.
Il castello con l'abitato di Feltre |
Costruito su una preesistente torre di vedetta romana, posta a presidio dell'ingresso della vallata bellunese, ha perso la sua cinta muraria originaria, che constava di ben quattro torri. Si narra che il castello fu edificato nel 570 dal famoso re longobardo Alboino, ma le prime testimonianze documentarie risalgono solo al X-XI secolo. La Torre del Campanon, che ancora oggi domina con la sua altezza l'intero complesso, veniva utilizzata per annunciare, con il suono delle sue campane, l’inizio delle esecuzioni capitali e per comunicare, attraverso segnali di fuoco o fumo, con il Santuario dei Santi Vittore e Corona sul Monte Miesna e con il Col Marcellon, luoghi in cui si rifugiavano gli abitanti in caso di pericolo. L'edificio principale ospita anche una piccola cappella, una cucina e la sala d’armi, dove ancora oggi sono conservati dei bellissimi affreschi.
Lasciamoci Feltre alle spalle e continuiamo verso nord est: in poco tempo vedremo, sulle montagne che costeggiano a sud il fiume Piave, il castello di Zumelle.
La mole austera del castello di Zumelle |
Il Castello si presenta come una struttura con una possente cinta muraria merlata, dominata da un'alta torre; il maniero è sede di eventi, percorsi didattici e della Fiera della Perdonanza che, ogni anno in luglio, fa rivivere ai visitatori uno spaccato di vita duecentesca. Secondo una tradizione il suo nome è legato alla figura di Gianserico, uomo di fiducia di Amalasunta regina dei Goti, che prese il posto del padre Teodorico nell'anno 526, il quale, dopo una congiura, fuggì con un'ancella di nome Eudosia. I due si rifugiarono in un antico maniero, e dal loro amore nacquero due gemelli; da qui il nome al castello (Castrum Zumellarum o Castello dei Gemelli). Una seconda tradizione, storicamente documentata, fa derivare il nome da “zamelo” o “zumelo”, parola che indicherebbe i due castelli gemelli di Zumelle e di Castelvint, quest'ultimo posizionato sul versante opposto della valle del torrente Terche, a Carve, di cui rimangono solo esili tracce. I due manieri fungevano da fondamentali punti di controllo della strada che conduceva verso il passo di Praderadego, che collega la Valbelluna con il Trevigiano.
Ma adesso inoltriamoci nel cuore delle dolomiti: si prende la strada verso Cortina D'Ampezzo; superata Cortina si sale verso il Passo Falzarego e superatolo, incastonato fra il Sas de Stria, la Croda Negra ed il Col di Lana, ecco sorgere il Castello di Andraz.
Il castello di Andraz torreggia sulla roccia su cui è stato costruito |
Si entra attraverso una scala esterna che si inerpica sulla roccia su cui è stato costruito. Documentato per la prima volta successivamente all’anno Mille, sorge su uno sperone roccioso ai piedi del Passo Falzarego, in un’ottima posizione che consentiva di controllare tutte le vie di accesso alla zona.
La rocca faceva parte di un più ampio sistema difensivo, che la collegava visivamente ad altre fortificazioni esistenti in epoca medievale e di cui oggi non rimane nulla.
Tra gli abitanti illustri del maniero si ricorda Niccolò Cusano, teologo, scienziato e uno dei più importanti filosofi del suo tempo, Vescovo di Bressanone che scelse Andraz per lunghi periodi tra il 1457 e il 1460 per la sua posizione protetta. Originariamente costituita da una base e da una cinta muraria in pietra con la struttura interna in legno, la rocca venne ricostruita nel 1484 dopo un violento incendio. Venne dunque realizzato l’edificio come oggi possiamo intuirlo, interamente in pietra e di perimetro più ampio, che segue l’andamento del masso sul quale sorge.
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