Gli osservatori islamici

Gli strumenti che facevano apparire più vicini oggetti lontani non furono inventati prima del XVII secolo. Fino ad allora, le scoperte astronomiche furono compiute attraverso le misurazioni, la matematica, l'osservazione a occhio nudo e il pensiero teorico. Queste metodologie furono ancora in uso durante tutto il medioevo e non solo; tutt'oggi con le moderne tecnologie, ci basiamo sugli scritti del passato proprio per studiare ed approfondire ciò che vedevano e misuravano i nostri avi.
I primi osservatori a impiegare strumenti che misuravano i corpi celesti furono creati ed utilizzati a Baghdad e a Damasco, nel IX-X secolo. Tolomeo, secoli prima, aveva fornito le coordinate di 1022 stelle che aveva raggruppato in 48 costellazioni, e gli astronomi islamici basarono i loro cataloghi stellari e le loro tavole astronomiche sul suo lavoro. Il più avanzato osservatorio islamico fu costruito dal principe tartaro Ulugh Beg (1394-1449) nella sua capitale, Samarcanda, in Asia centrale, allo scopo di realizzare una nuova serie di tavole astronomiche.

Osservatorio di Ulugh Beg

L'osservatorio fu eretto tra il 1424 e il 1437. Al suo centro si trovava un enorme sestante, che veniva impiegato per misurare l'altezza delle stelle sull'orizzonte. Il sestante aveva un raggio di 40 m ed era posto in una trincea, al di sotto del livello del suolo, e circondato da un edificio alto 30 m. Il sestante e altre strumentazioni (una serie di enormi regoli, astrolabi, clessidre e meridiane) permisero agli scienziati che si servivano dell'osservatorio, di catalogare 1018 stelle diverse. Essi calcolarono anche la lunghezza dell'anno in 365 giorni, 60 ore, 10 minuti e 8 secondi. Solo un minuto in più del calcolo moderno, e una tale precisione suggerisce che molto probabilmente Ulugh Beg potrebbe aver compreso che la terra si muovesse attorno al sole. L'osservatorio fu distrutto dopo l'assassinio di Ulugh, e le sue rovine furono riscoperte dagli archeologi solo nel 1908. Completamente diversa era la situazione in Occidente: secondo la teoria astronomica medievale, il cielo era perfetto con fenomeni che potevano essere strani: ad esempio le macchie solari, che erano considerate dalla gente del tempo come piccoli pianeti o altri oggetti celesti.

Astrolabio medievale

Solo nel XIV, secolo alcuni pensatori nel campo dell'astronomia incontrarono grosse difficoltà nel conciliare la teoria tolemaica con i fatti osservati. Il filosofo e scienziato francese Nicola Oresme (1325 circa-1382) giunse alla conclusione che i Greci si sbagliavano su molti aspetti dell'astronomia, specialmente per quanto riguardava l'affermazione secondo cui la Terra non potesse ruotare sul suo asse e che non esistessero corpi celesti oltre le stelle fisse. La sua opera gettò le basi per le successive scoperte e teorie scientifiche astronomiche di Copernico e Galileo. Il tedesco Niccolò Cusano (1401-1464) giunse anch'egli alla conclusione che la Terra ruotava sul suo asse e si muoveva attorno al Sole.

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