Historie medievali the life of: Scanderbeg - Parte II

Oggi riprendiamo l'articolo della settimana passata (qui la prima parte) su Scanderbeg

La bandiera dell'Albania, nata dopo la presa del potere di Castriota

Perché questo condottiero ebbe tanto successo e suscitò tanta meraviglia in Europa? Innanzitutto bisogna pensare che il piccolo principato stava affrontando un grande impero nel pieno della sua potenza, affrontando eserciti dal doppio al quadruplo più numerosi ed ottenendo vittorie a ripetizione; imprese simili riusciranno di nuovo soltanto quattro secoli dopo ad un certo Napoleone Bonaparte. Questo deve far capire come l'intelligenza tattica di Castriota e la sua conoscenza dell'arte della guerra fossero ampie. Inoltre queste vittorie erano strategiche per il mondo cristiano, in quanto imponevano una brusca frenata alle mire espansionistiche islamiche. Scanderbeg non combatteva mai con più di 20 mila uomini, e con così pochi effettivi costrinse il Sultano ottomano a chiedere la pace nel 1458.

Essendo amico e protetto dal Re Alfonso d'Aragona di Napoli, nel 1459 si trova a dover andare in Italia per aiutare il figlio nella guerra contro Giovanni d'Angiò. L'aiuto nella battaglia decisiva, che si combatté in Puglia fra le città di Troia e Orsara nel 1462, spinsero il figlio di Alfonso d'Aragona, Ferdinando I, a nominarlo generale d'Aragona e a donargli i feudi di Monte Sant'Angelo, Trani e San Giovanni Rotondo.

Gli Ottomani, venendo a sapere della sua assenza, attaccarono di nuovo l'Albania nella speranza di conquistarla: Scanderbeg dovette rientrare di fretta a casa, sconfiggendo di nuovo le forze imperiali nei pressi di Skopje, capitale dell'odierna Macedonia. Così il 24 aprile del 1463, venne siglato il trattato di pace fra il Sultano Maometto II e Giorgio Castriota.

Maometto II, olio su tela di Gentile Bellini

La pace durerà tempo un anno: infatti ad Ancona, nel 1464, muore Papa Pio II ; questo evento è importantissimo perché cambia gli equilibri nei Balcani; infatti il defunto papa voleva muovere una crociata contro l'Impero Ottomano; scongiurato il pericolo, il sultano allora decide di attaccare per l'ennesima volta l'Albania. Fra il 1464 ed il 1467, gli Ottomani ci provano per ben quattro volte ad attaccare gli albanesi in tutti i modi (attraverso attacchi diretti, con l'uso di traditori, assediando Croia, città dove dimorava Scanderbeg), e tutte le volte gli albanesi sconfissero l'esercito imperiale.
Però Scanderbeg cominciava a rendersi conto che era sempre più difficile resistere agli assalti; stessa preoccupazione la ebbe anche il Doge di Venezia, Francesco Cappello Grimaldi, che si convinse a mandare un ambasciatore per organizzare una difesa comune. Purtroppo l'ambasciatore non poté portare a termine tale incarico, perché Scanderbeg, il 17 gennaio del 1468, morì improvvisamente colpito da malaria.
Questo pone fine alla vita di uno dei più grandi condottieri della storia, che con un piccolo esercito riuscì a mettere sotto scacco un impero impedendogli così di penetrare verso occidente e di dirigersi in Italia.
I monumenti in suo onore, in Albania e all'estero, sono innumerevoli, e sono il giusto tributo ad un grande condottiero le cui gesta sono cantate dal popolo albanese che gli sarà per sempre riconoscente.

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