Le vette dell'arte medievale: il polittico di Pisa
Il 19 febbraio 1426 uno dei più grandi artisti di quel tempo, Masaccio, è a Pisa per dipingere un'opera maestosa e monumentale: infatti i padri carmelitani di Firenze, visto il grande lavoro fatto da poco con la Cappella Brancacci, presentano l'artista al notaio pisano Ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto. Per questo notaio, il celeberrimo pittore toscano dovrà dipingere un polittico, cioè una pala d'altare composta da più dipinti, per la propria cappella nella chiesa del Carmine. Il risultato sarà un'opera grandiosa che oggi, purtroppo, è smembrata in vari pezzi conservati però in alcuni dei musei più importanti del mondo.
La madonna in trono con bambino, quella che sarebbe dovuta essere l'opera centrale del polittico |
Grazie al committente piuttosto pignolo, scopriamo che, attraverso i pagamenti ed i solleciti, la creazione dell'opera avviene fra il 19 febbraio del 1426 ed il 26 dicembre dello stesso anno, giorno in cui l'artista riceve il saldo per il compimento dell'opera. In totale essa costerà al notaio 80 fiorini, pari all'incirca a 9000 euro di oggi. Il polittico rimase al suo posto nella chiesa fino al XVII o XVIII secolo, quando venne smembrato e distribuito in giro per l'Europa e per il mondo. Attualmente, grazie anche alle descrizioni che ne fa il pittore Giorgio Vasari, possiamo ricostruire la posizione dei pannelli ritrovati e conservati nei vari musei sparsi per il mondo e di seguito riportata.
Schema di collocazione delle varie tavole del polittico |
Il polittico aveva un impianto ancora medievale, diviso forse in scomparti su più ordini e figure su fondo oro, con i personaggi modellati da un forte chiaroscuro, ottenuto tramite vibranti campiture di colore e lumeggiature. Vi si può sicuramente leggere un'influenza di Donatello e delle sue sculture nella maestosa monumentalità di alcune figure, come la stessa Madonna o i santi nelle cuspidi. Domina la ricerca di plasticismo definita più dall'illuminazione che dal contorno. Tutti i pannelli rispondevano ad un unico punto di fuga in modo che la composizione risultasse unitaria, per questo si spiegano le figure rialzate della predella e le figure incassate della cuspide. Alcuni ipotizzano che il polittico, il cui scomparto centrale è vistosamente tagliato ai lati, potesse essere ancora più originale, disponendo i santi in un'unica tavola, attorno al trono della Madonna, in una composizione orizzontale che vedeva i suddetti santi attorniarla.
I dipinti giunti fino a noi sono i seguenti.
Crocifissione |
San Paolo e Sant'Andrea
San Paolo e Sant'Andrea |
Oltre ai dipinti citati, ce ne sono altri che compongono il polittico, in particolare, per i pannelli laterali:
- Sant'Agostino e San Girolamo, conservati a Berlino;
- Due santi carmelitani, di cui uno barbuto e uno glabro;
- Crocifissione di San Pietro;
- Storie di San Giuliano e San Nicola;
- Adorazione dei Magi.
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