Historie Medievali the life of: Bianca Maria Visconti

Nell’Italia di fine Medioevo, che si apprestava a vivere lo splendore rinascimentale, alla metà del Quattrocento, fra Stati divisi da feroci rivalità e personaggi come Cosimo de’ Medici a Firenze, Alfonso d’Aragona a Napoli, Ludovico Gonzaga a Mantova, Federico da Montefeltro a Urbino ed Enea Silvio Piccolomini sul trono papale come Pio II, spicca la figura della signora di Milano, Bianca Maria Visconti, figlia naturale di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, nata forse il 31 marzo 1425, a Settimo nel Pavese o ad Abbiategrasso, dalla concubina Agnese del Maino

Ritratto di Bianca Maria Visconti, 1460 circa, Pinacoteca di Brera

Su di lei Filippo Maria, non avendo figli legittimi né dalla prima né dalla seconda consorte, concentrò il suo affetto, gelosamente custodendola e curandone l’istruzione e l’educazione. Nel 1426 iniziò le trattative con l’imperatore Sigismondo per poter legittimare la figlia e trasmetterle lo stato. Presto Bianca Maria diventò, grazie all’abilità e al senso pratico, una protagonista del suo tempo: subito dopo il matrimonio con Francesco Sforza dimostrò grande intelligenza e diplomazia e, oltre ad essere consigliera del marito, soleva amministrare lo Stato quando quest’ultimo era impegnato nelle frequentissime campagne militari, dedicandosi, inoltre, ad opere di beneficenza e di protezione delle arti.
 
Francesco Sforza ritratto da Bonifacio Bembo (Milano, Pinacoteca di Brera)

 Francesco Sforza fu il primo a credere nelle grandi abilità della moglie, tanto che già nei primi anni di matrimonio la nominò reggente della Marca Anconitana 
“Poniamo a capo di tutta la nostra provincia l’inclita e illustre nostra consorte Bianca Maria […] le affidiamo tutto il governo della medesima (provincia) affinché la prudenza, l’equità, la clemenza e la grandezza d’animo, virtù […] delle quali la nostra consorte è per natura e per educazione grandemente fornita […]».
Può colpire che il condottiero si esprima in toni così elogiativi della moglie diciassettenne, ma in pochi mesi di matrimonio aveva iniziato ad apprezzarne le doti caratteriali e aveva condiviso con lei le decisioni politiche e amministrative. Le cronache del tempo riportano infatti molte occasioni in cui Bianca Maria intervenne nell’amministrazione e anche nell’attività diplomatica.
 
Miniatura dedicata a Bianca Maria, duchessa di Milano, dal "Codicetto di Lodi"
 
Se il sentimento fra i due fu sicuramente di reciproco rispetto e con ogni probabilità anche di amore, rimaneva senz’altro diversa la concezione della fedeltà coniugale: se per Bianca Maria era un valore assoluto e imprescindibile, per Francesco lo era molto di meno; egli si dedicava infatti ai rapporti extraconiugali con assoluta noncuranza. Nel 1443, in occasione del primo di questi tradimenti, Bianca Maria ebbe un atteggiamento molto dissonante dal suo abituale carattere. Si narra che Bianca Maria fece allontanare la sua rivale, che poi fu misteriosamente rapita e uccisa, e impedì a Francesco di vedere Polidoro, il figlio nato da quel rapporto. Se la gelosia e l’intenso sentimento per il marito fece nascere in lei qualche sentimento contrastante rispetto alla sua indole buona e clemente, sul piano umano e sociale continuò ad essere una donna misericordiosa  e molto amata dal popolo, vicina ai poveri e alle donne maltrattate. A coronare le opere di beneficenza e di soccorso dei bisognosi e degli infermi fu  la costruzione dell’Ospedale Maggiore, che Bianca Maria Visconti promosse e realizzò con l’aiuto del consorte. Morì a Melegnano nel 1468, all'età di 43 anni, al termine di una vita vissuta senza ombra di dubbio intensamente.

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