Le vette dell'arte medievale: la Chiesa di Santa Maria foris portas

A Castelprio, in provincia di Varese, esiste un gioiello a molti sconosciuto ma che rappresenta un capolavoro dell'arte altomedievale, tanto è vero che è inserita fra i patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO (itinerario dei "Longobardi in Italia, i luoghi del potere"). Stiamo parlando di una piccola chiesa, posta sulla cima di un'altura all'interno di un parco archeologico: la chiesa di Santa Maria foris portas.


La chiesa di Santa Maria foris portas vicino Castelprio

Perché una chiesa all'apparenza così anonima è stata inserita fra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO? Per capirne la ragione bisogna varcarne la soglia e guardare verso l'abside: infatti lì è conservato, in modo incredibilmente perfetto, un ciclo di affreschi altomedievale che rappresenta la più importante testimonianza di pittura muraria prima dell'anno mille. 

In passato ritenuta risalente al VII - VIII secolo, si è capito che in realtà la costruzione si attesta intorno al IX secolo dopo Cristo, quindi è di età Carolingia; ad ogni modo risulta in continuità con gli stili artistici delle basiliche paleocristiane di Milano del IV - V secolo dopo Cristo. 

La chiesa, di per sé, è molto semplice: un atrio, una navata rettangolare e un abside circolare. Scavi effettuati nelle immediate vicinanze della struttura hanno permesso di riscontrare tracce di costruzioni adiacenti, che la storiografia tende a individuare nelle residenze private dei conti e dei gastaldi del Seprio, in un'epoca in cui, dopo il periodo carolingio, l'edificio di culto aveva probabilmente assunto il ruolo di chiesa privata. È stato inoltre riscontrato un fossato, di epoca successiva a questi edifici, che si collegava a sud con un altro fossato artificiale e a est con un vallone. Il fatto poi che sia stata scoperta nei pressi della chiesa, poco distante dall'atrio, una grossa tomba di epoca carolingia fa presumere la presenza di una zona funeraria riservata ai signori feudali del luogo.


Gli affreschi absidali

Gli affreschi antichi rimasti si dispiegano sulle pareti dell'abside centrale, compreso il lato che dà verso la chiesa, separato dalla navata da una parete dove si apre un arco a tutto sesto. Gli affreschi, rinvenuti casualmente nel 1944, rappresentano scene dell'infanzia di Cristo ispirate, sembra, soprattutto ai Vangeli apocrifi. Sorprendente è la tecnica compositiva, che lascia emergere una sorta di schema prospettico di diretta ascendenza classica, oltre a un chiaro realismo nella rappresentazione di ambienti, figure umane e animali. Il ciclo di affreschi testimonia così la permanenza, in tarda età longobarda, di elementi artistici classici sopravvissuti all'innesto della concezione germanica dell'arte, priva di attenzione ai risvolti prospettici e naturalistici, e più concentrata sul significato simbolico delle rappresentazioni. 

Emerge un elemento che dimostra inoltre come il pregiudizio, secondo cui la Terra nel Medioevo fosse considerata piatta, è falso: infatti si può ammirare la raffigurazione della Terra come una sfera con sopra una croce; l'innesto della croce dimostra appunto che la Terra è raffigurata rotonda non come è tondo un disco, ma come è tonda una sfera, forma che, del resto, le persone colte all'epoca generalmente le attribuivano.

Maria e la prova delle acque amare

Un esempio di rappresentazione di uno scritto apocrifo, e che quindi non troviamo nei vangeli tradizionali, è la prova delle acque amare di Maria: secondo questo rito, il marito della presunta adultera presentava in offerta al tempio una focaccia preparata senza olio e presentata senza incenso (offerta non di devozione): il sacerdote toglieva il velo della donna accusata e le porgeva da bere dell'acqua mista alla polvere dell'atrio del tabernacolo dove si svolgeva il rito, pronunciando una maledizione. Si riteneva che, nel caso la donna fosse colpevole, avrebbe dovuto essere presa da dolori atroci così da morirne o da restare sterile.

Cristo pantocratore

Altro esempio interessante è la raffigurazione di Cristo con tratti semiti e non europei, come noi siamo abituati a vedere: i lineamenti dunque sono tipici dell'area della Giudea e dell'odierno Israele: barba corta e scura, occhi grandi, naso lungo. Questo esempio ci dice molto di come l'idea sull'aspetto di Cristo si sia evoluto nel corso dei secoli, conferendo importanza grandissima a questo ciclo di affreschi.

Castelprio dunque è un posto che vi consigliamo di visitare, in quanto una pietra miliare per comprendere come sia evoluto, nei secoli, il gusto artistico dei nostri avi.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le acconciature e i capelli nel Medioevo

La scrittura nel medioevo

Il Letto in epoca medievale