Le vette dell'arte medievale: il trittico di San Giovenale
Se andate al Museo di Masaccio a Cascia di Reggello, vicino Firenze, potrete ammirare la prima opera che conosciamo del grande maestro Masaccio. Di questo grande pittore già abbiamo parlato diverse volte in passato parlandovi della sua vita, o del polittico un tempo presente a Pisa.
Questa volta invece vi illustriamo l'opera con cui, forse, il grande pittore si è presentato al mondo dell'epoca divenendone così uno dei protagonisti della storia dell'arte: il trittico di San Giovenale.
Il trittico di San Giovenale |
La prima cosa che deve saltare all'occhio dell'osservatore è l'uso della prospettiva nel pannello principale: i due braccioli del trono infatti, seguono delle linee che vanno ad incontrarsi nell'asse in cui troviamo la madonna col bambino. Masaccio è uno dei primi ad usare questa tecnica che, di lì a breve, grazie a lui, cambierà per sempre la storia dell'arte figurativa. Questa risulta essere la più antica testimonianza di prospettiva giunta fino a noi, e risale al 1422, di pochi anni precedente alla più famosa Trinità in Santa Maria Novella a Firenze, che darà la svolta definitiva nell'uso di questa tecnica.
La scelta del trono è un un rifiuto del gusto goticheggiante, fino a quel momento predominante nel panorama pittorico italiano ed europeo, sostituito con solide forme romaniche. Solo la decorazione degli intarsi del trono è pensata alla maniera dei maestri Cosmati. Il Gesù Bambino tiene nella mano sinistra un grappolo d'uva (oggi quasi completamente scolorito), simbolo dell'eucaristia, che ha appena mangiato, come dimostrano le due dita portate alla bocca.Il volto della Vergine viene usato come punto di fuga della prospettiva. Si pensa che in questo dettaglio ci sia l'influenza di Brunelleschi, architetto del grande capolavoro architettonico che è la cupola di Santa Maria del Fiore, di cui abbiamo parlato in questo articolo. Filippo Brunelleschi infatti, stava studiando il metodo prospettico, e molto probabilmente influenzò l'operato di Masaccio.
Dettaglio dell'angelo girato di spalle |
Sempre al centro del dipinto abbiamo una Madonna che è introspettiva e pensosa; il Bambino invece è immobile e scultoreo. Questi due elementi servono ad evidenziare il disinteresse dell'artista verso gli stilemi del gotico internazionale, profondamente diversi per quel che concerne questi aspetti. Estremamente interessante invece, porre l'attenzione sugli angeli inginocchiati in adorazione: in essi infatti si può leggere lo sforzo di superare le pose convenzionali del passato, con i volti fortemente scorciati e girati contro lo spettatore, rinunciando così alla graziosità tradizionale di questi soggetti. Masaccio bilancia questa "assenza" lavorando in modo magistrale sui particolari delle loro teste.
Nelle tavole laterali si trovano due santi ciascuno: a sinistra Bartolomeo e Biagio, a destra Giovenale e Antonio Abate. La scelta di San Giovenale è naturalmente legata alla chiesa a cui il Trittico era destinato e ce lo presenta vestito nell'abito vescovile e con il libro aperto al Salmo 109. Accanto a lui si trova Sant'Antonio Abate, protettore delle campagne e spesso raffigurato nelle opere delle chiese di campagna.Per tutte queste ragioni, se siete incuriositi dall'evoluzione delle tecniche pittoriche che stavano uscendo dal medioevo per trasformarsi in quelle rinascimentali, non perdete assolutamente l'occasione di visitare questo museo.
Commenti
Posta un commento