Proposte di lettura: L'impero che non voleva morire - Il paradosso di Bisanzio
Fino al VI secolo dopo Cristo l'Impero Romano d'Oriente era uno stato vastissimo, il più vasto della zona eurasiatica, ma a partire da quel momento l'estensione territoriale ne subì un grosso ridimensionamento, fino a perderne i tre quarti nel 700 dopo Cristo per via del Califfato islamico che avanzò nei suoi territori. Eppure, nonostante ciò, questo mastodonte della storia è riuscito a sopravvivere ancora per svariati secoli. L'accidentata geografia dei territori rimanenti in Anatolia e nell'Egeo fu strategicamente vantaggiosa, poiché impedì ai nemici di occupare permanentemente le città, rendendoli vulnerabili ai contrattacchi romani. Più l'Impero si riduceva, più si calamitava intorno a Costantinopoli, la cui capacità di resistere ai diversi assedi si rivelò decisiva. Anche i cambiamenti climatici ebbero un ruolo, poiché imposero di diversificare la produzione agricola, aiutando così l'economia imperiale. La crisi costrinse la corte ad avvicinarsi alle classi dirigenti delle province e alla Chiesa.
Questo consentì all'impero di non subire gravi crisi politiche, ma di continuare ad andare avanti, con uno uno stato romano cristiano medievale, la cui potente teologia politica predisse che l'imperatore avrebbe infine prevalso contro i nemici, sancendo il dominio mondiale del cristianesimo ortodosso.
John Haldon, storico dell'Università di Princeton, in questo importante volume analizza questa dinamica, e ci aiuta a comprendere a pieno il temperamento coriaceo di questo impero.
Se la recensione ti ha incuriosito, puoi trovare il libro a questo link.
Commenti
Posta un commento