Il gioco dell'Hnefatafl è l'antenato di alcuni giochi, fra i quali il Tablut, lo Halatafl, il Fithcheall, l'Ard-Ri e altri ancora. Il suo nome indica il "Tavoliere del Re", poiché la parola Tafl deriva dal latino "tabula" ed indica tutti i giochi dove è presente un tavoliere. Il gioco è di origini scandinave, i norreni lo utilizzavano già intorno al X secolo; ne siamo a conoscenza grazie al ritrovamento di un manoscritto inglese del X secolo (regno di Re Athelstan di Wessex, 925-940) ove è raffigurato un tavoliere con la disposizione iniziale dei pezzi e le sommarie istruzioni per il gioco. Se torniamo indietro nel tempo, la prima testimonianza dell’esistenza dello Hnefatafl è data dal ritrovamento di un frammento di una tavola, da cui si deduce l’esistenza di un tavoliere di diciotto caselle per lato. Il reperto è stato rinvenuto a Wimose, su una delle maggiori isole danesi, in una tomba romana risalente intorno al 400 d.C.
|
Immagine del gioco presa dal manoscritto |
Il testo medievale inizia con le parole “Incipit alea evangelii quam Dubinsi...”, motivo per cui alcuni autori chiamano questo gioco "Alea evangelii". In realtà la letteratura sull’argomento è decisamente articolata e spesso discordante: alcuni autori chiamano Alea evangelii il gioco sul tavoliere 19 x 19, e chiamano invece Hnefatafl quello noto come Throw-board, variante Ap-Ifan; altri ancora lo chiamano semplicemente Tafl. La diffusione della famiglia dei “giochi da tavoletta” (Tafl) è legata alle migrazioni compiute nel Nord Europa dai Vichingi. Tale cultura ludica è testimoniata da uno scritto di Rögnvaldr Kali, databile tra il 1135 e il 1158, in cui compare una strofa che si riferisce alla tavoletta del gioco. Alcuni studiosi ritengono che le origini di questo gioco derivino dall'evoluzione e variazione di alcuni giochi usati in epoca greca e romana. Il tavoliere dello Hnefatafl, infatti, è molto vasto per gli obiettivi che si pone e per le regole su cui si basa, con il rischio di rendere la partita un po' lunga. L’alto numero dei pezzi in campo fa di questo gioco un vero esercizio di abilità e di strategia, portando a un elevatissimo numero le varianti da considerare a ogni mossa.
|
La disposizione iniziale del gioco (ricostruzione) |
Il gioco è composto da:
- un tavoliere quadrato di 19 x 19 (intersezioni o incroci);
- 24 pedine bianche;
- 1 pedina bianca con il Re;
- 48 pedine nere.
Si gioca in due. Le pedine si posizionano negli incroci e non nelle caselle. La posizione iniziale è quella riprodotta in figura. Il Re bianco è posto inizialmente nella casella centrale ed inizia il Bianco. Il movimento dei pezzi, Bianchi o Neri che siano, è uguale per tutti. Il Re si sposta da una intersezione a un’altra libera con un movimento solo ortogonale. La lunghezza del movimento è di una o più intersezioni, purché non vi siano ostacoli sul percorso e non si effettuino cambi di direzione. È comunque escluso il movimento in diagonale. La cattura può essere effettuata sia dai Bianchi che dai Neri. Essa avviene per “custodia”, quando cioè una pedina viene “chiusa” da due pedine avversarie lungo una linea retta di tre caselle. È esclusa la cattura in diagonale. Fra le pedine che catturano può anche esservi il Re. La cattura deve essere un fenomeno “attivo” da parte di chi la realizza. Essa cioè si verifica quando un giocatore compie il movimento utile a chiudere il pezzo avversario. Una pedina può quindi muovere tra due pedine avversarie senza venire catturata. È possibile sia la cattura di pedine singole che multiple. Il Re può essere catturato solo per accerchiamento, quando cioè quattro pedine lo chiudano da tutte e quattro le direzioni possibili. Ogni pedina catturata viene rimossa dal tavoliere. Quando il Re viene catturato, la partita ha immediatamente termine con la vittoria del Nero. Non appena il Re Bianco raggiunge una intersezione perimetrale, la partita ha immediatamente termine con la vittoria del Bianco. L’obiettivo del gioco è quindi differente per i due partecipanti:
- Il Bianco ha l’obiettivo di portare il Re fino ad una qualsiasi delle intersezioni perimetrali del tavoliere;
- Il Nero ha l’obiettivo di impedire la fuga del Re bianco, ponendolo in condizione di non potersi muovere o catturandolo.
Un gioco molto divertente e avvincente, una sorta di scacchi ma molto più facile. Ci sono alcune varianti del gioco, ma a noi piace seguire quelle tradizionali, in modo tale da poter seguire le regole degli antichi ideatori, e perché no, immedesimarsi nel loro stesso modo di giocare dell'epoca.
|
Una scacchiera moderna che rappresenta il gioco |
Questa pagina è tratta da https://www.pergioco.net/Giochi/GiochiDiTavoliere/Hnefatafl/Hnefatafl.htm
RispondiEliminaQuando si utilizza il lavoro di altri bisogna chiedere l'autorizzazione, o perlomeno citare la fonte!
Marino Carpignano www.pergioco.net