Il vaiolo è una malattia di cui si conosce l'esistenza dal XVII secolo. Questa è stata una delle prime malattie che abbiamo debellato grazie ai vaccini, e ha prodotto una colossale quantità di morti: le stime parlano addirittura di 300 milioni di vittime! Però c'è uno studio del 2020, pubblicato sull'autorevole rivista Science, di un nutrito gruppo di zoologi, antropologi e archeologi, che retrodata di circa un millennio la comparsa di questa malattia: infatti, da questo studio, emergerebbe che già i vichinghi (ne abbiamo parlato in passato, parte 1, parte 2 e parte 3) fossero affetti dal vaiolo. Ma andiamo con ordine.
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Uno degli scheletri su cui è stato condotto lo studio |
Il virus che porta la malattia del vaiolo, il Variola virus, ha ceppi antichi che sono molto diversi dal vaiolo che oggi conosciamo. Barbara Mühlemann, uno degli autori della ricerca, afferma che «I virus possono mutare in ceppi più o meno pericolosi, in modi molto diversi». I ricercatori, attraverso una ricerca condotta su 1867 resti umani databili da 30 mila a 150 anni fa, hanno rinvenuto alcuni ceppi estinti del virus in 11 individui seppelliti in diverse zone di Danimarca, Norvegia, Svezia, Russia e Gran Bretagna, vissuti attorno al 600 d.C. Secondo gli esperti il virus, a diffusione aerea, avrebbe viaggiato trasportato dalle popolazioni dell'epoca, che si muovevano molto in Europa e fuori dal continente. «Un po' com'è accaduto con la CoViD-19, con la differenza che invece di utilizzare l'aereo, all'epoca si spostavano con le navi», spiega Eske Willerslev, professore dell'Università di Cambridge e coautore della ricerca insieme alla dottoressa Mühlemann.
Quello moderno era un ceppo molto letale: uccise infatti circa un terzo degli infetti; nulla si è riuscito a dire invece su quello primordiale.
Quello che emerge da questa ricerca però è una nuova, inquietante consapevolezza: «Il vaiolo è stato debellato, ma in futuro un altro ceppo potrebbe fare il salto di specie», specifica Willersev. Questo primo ceppo di Variola virus potrebbe infatti essere una zoonosi, e aver contagiato le popolazioni del nord dopo aver fatto il salto di specie (detto anche spillover).
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I luoghi di ritrovamento dei resti umani infettati dal vairola virus |
Dall'immagine si riesce ad intuire quanto si fosse diffuso il virus nel
nord Europa, segno che l'antenato del vaiolo fosse già presente ed ampiamente diffuso fin dal Medioevo. Non avrebbe comunque tolto il posto alla peste (di cui abbiamo parlato in questi due articoli:
parte 1 e
parte 2) che, da lì a pochi secoli, avrebbe devastato il continente tutto.
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