Il lento declino del Rus’ di Kiev a sud e l’instabilità portata dall’orda mongola durante tutto il XII secolo, avevano destabilizzato e non poco i territori dell’Europa nord-orientale. Nonostante tutto, un principato acquisì sempre più autonomia, nonché centralità politica e commerciale: Novgorod. Tale entità territoriale vivrà un vero e proprio battesimo del fuoco nel 1242, con la battaglia del lago ghiacciato. Lo scontro consacrerà anche la figura di Aleksandr Nevskij a eroe nazionale. Ma procediamo con ordine.
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Aleksandr Nevskij |
Il Principato di Novgorod, scalzando per importanza Kiev, assunse il ruolo di leader per quanto riguarda le rotte commerciali che collegavano il Baltico con il Mar Nero e, di conseguenza, a Costantinopoli. Tali rotte erano insediate dagli interessi di due “elefanti nella stanza”: il Regno di Svezia e l’Ordine Teutonico. Per tutta la prima metà del XIII secolo, queste due potenze cercarono di avanzare pretese territoriali ed economiche a danno del principato russo, alzando il livello della tensione.
La prima a muoversi concretamente fu la Svezia, la quale giunse allo scontro con Novgorod nel 1240 nei territori dell’attuale Finlandia. L’allora ventenne principe Aleksandr Jaroslavič fermò gli svedesi nella battaglia del fiume Neva (da qui il nome Nevskij, italianizzato sarebbe “Alessandro della Neva”). Ma il pericolo per Novgorod non passò di certo. Contemporaneamente agli svedesi, i cavalieri della Confederazione Livone (stato nato dalle spedizioni cristiano-teutoniche per “evangelizzare” i popoli baltici pagani) attaccarono da ovest, conquistando la città di Pskov, sotto giurisdizione di Novgorod.
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Movimenti dei due schieramenti sul campo di battaglia |
Nevskij passò al contrattacco, riconquistando i territori persi a causa dell’avanzata crociata e svedese. Egli giunse allo scontro finale nei pressi del lago
Peipus (al confine tra Estonia e Russia). Qui, il 5 aprile del 1242, andò in scena quella che alla storia sarebbe passata come “battaglia del lago ghiacciato”. Per quanto la futura storiografia russa (chiamarla propaganda non sarebbe neanche troppo sbagliato) accentuò le dimensioni dello scontro, in realtà si trattò di una battaglia di entità minore. Si scontrarono all’incirca 5.000 effettivi russi contro 4.400 tra teutonici, svedesi, danesi e livoni. Ad avere la meglio fu lo schieramento di
Novgorod, il quale vinse strategicamente la battaglia.
La conseguenza dello scontro fu triplice: Novgorod confermerà la propria centralità nella zona. Aleksandr Nevskij si eleverà a eroe nazionale, difendendo anche l’ortodossia cristiana contro le pressioni del cattolicesimo romano. Dopo gli eventi dell’aprile 1242 si stabilirono gli effettivi confini tra i territori russi e quelli baltici. Confini occidentali che (con le ingombranti eccezioni) perdurano grossomodo ancora oggi.
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