Dopo esserci occupati del mulino, che rappresentava uno strumento importante per procurarsi energia, in questo post analizzeremo le altre fonti di energia di cui si serviva l'uomo nel Medioevo.
Partiamo dal presupposto che la forma di energia più comunemente utilizzata perché facilmente reperibile in tutti i luoghi, restava
l'energia fornita dalle braccia dell'uomo, oltre a quella garantita dagli animali: il fabbro e il suo martello, il boscaiolo e la sua scure, il contadino e la sua zappa ne sono la prova più evidente.
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ARATRO PESANTE DOTATO DI RUOTE E VERSOIO SEC. XI |
Tuttavia, gli sforzi dell'uomo furono resi più efficaci grazie ad invenzioni semplici ma rivoluzionarie come quella della carriola nel XIII secolo, diffusa soprattutto nei secoli XIV e XV, o della ruota a cerchione e raggi.
D'altro canto il sussidio degli animali da tiro o da basto fu perfezionato grazie ad invenzioni altrettanto importanti: la ferratura delle bestie riduce il loro affaticamento su terra e pietre; il giogo che poggia sulle corna consente al bue di lavorare con la testa; il collare da tiro permette al cavallo di lavorare con le spalle invece di strangolarsi tirando con il collo. Queste innovazioni consentirono di dare una notevole spinta alla produzione agricola attraverso, per esempio, l'utilizzo di pesanti aratri su terreni compatti dissodati di recente.
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LE CARAVELLE DI COLOMBO |
Si potrebbe pensare ad un miglioramento importante anche nei trasporti via terra, soprattutto dovuto alla ferratura dei cavalli.
Questo è vero solo in parte: infatti le grandi rivoluzioni nei trasporti si realizzano sull'acqua, più precisamente sul mare o sui fiumi più larghi con la comparsa di nuovi tipi di imbarcazioni. Esse sono larghe, rotonde, panciute, capaci di trasportare grandi quantità di merci e di navigare contro vento grazie a vele miste e ad un solido timone di poppa. Di conseguenza, i vecchi drakar scandinavi o le galere antiche cedono pian piano il passo alle navi atlantiche, alle enormi galeazze ed alle bianche caravelle.
In un quadro più generale, dobbiamo precisare che tutti i progressi tecnici di cui abbiamo parlato subiscono una forte accelerata soltanto a partire dall'XI secolo, per raggiungere l'apice nel XIII secolo. È in questo periodo storico che l'uomo comincia a mettere da parte le formule empiriche a favore della riflessione razionale, talvolta anche a favore di quella scientifica, a cui l'invenzione fondamentale del XV secolo, ovvero la stampa, dà un'eccezionale diffusione.
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TRABUCCO DEL XIII SECOLO |
Purtroppo però non è tutto oro ciò che luccica. Infatti, come avviene ancora ai giorni nostri, si continuano a dedicare ancora troppi sforzi a problemi riguardanti l'efficacia delle armi o delle tecniche di guerra. La prova evidente di tutto ciò la si può ritrovare nel fatto che, per esempio, le fionde giganti perfezionate con argani, molle e contrappesi che sono i mangani (secolo XI), poi i trabucchi (secolo XIII) ed infine i cannoni (secolo XIV), hanno avuto nel Medioevo soltanto applicazioni belliche.
Nessuno di quelli che poteva farlo (ricchi e nobili) ha mai pensato che tali innovazioni potessero essere adattate anche per gli usi e per le attività quotidiane. A riprova di questo infatti, possiamo dire che i signori erano contrari a qualsiasi innovazione. È vero che hanno migliorato le strade ed hanno costruito i mulini ma si sono limitati a queste piccole cose, evitando quei costosi investimenti che avrebbero potuto rendere più efficiente e meno faticoso il lavoro del contadino. È per questo che il mondo medievale è rimasto saldamente ancorato all'arnese, al lavoro individuale eseguito a mano, al corpo a corpo con la natura, di cui ha avvertito la forza e la potenza.
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