Poliorcetica - L'arte dell'assedio
Il termine Poliorcetica significa "espugnare una città". Essa è definita in ambito militare come l'arte di assediare e di espugnare una città fortificata.
L'assedio è uno stato bellico in cui un esercito circonda e controlla gli accessi ad una località, di solito fortificata, allo scopo di costringere i difensori alla resa o di conquistarla con la forza.
Chi cinge d'assedio un luogo, si pone lo scopo di isolare l'assediato (chi subisce l'assedio) in modo che questi non possa più avere comunicazioni con l'esterno e non sia in grado di ricevere rifornimenti di cibo o di mezzi.
Ciò avviene, solitamente, circondando l'obiettivo col proprio esercito.
Le prime notizie di assedi arrivano da fonti antichissime risalenti all'era del Bronzo, quando in Medioriente i Sumeri e gli Ittiti già usavano metodi ossidionali per bloccare città fortificate; altre fonti certe sono quelle Egizie, dove diversi assedi condotti sono testimoniati da raffigurazioni e da ritrovamenti archeologici. Si ha notizia di un assedio condotto, nel XIII secolo a.C., dall'esercito di Ramses II contro la città siriana di Dapur. In epoca romana quest'arte ebbe grande sviluppo; nel Medioevo fu perfezionata sempre di più, grazie all'evoluzione bellica sviluppata durante i secoli.
Nel Medioevo, l'assedio è la forma più usuale di guerra, diffusasi in ogni parte d'Europa e del Medioriente. Come accennato poco fa, nel Medioevo si assiste ad un perfezionamento delle tecniche ossidionali; si può notare il miglioramento delle macchine utilizzate dagli antichi e l'invenzione di nuove, sempre più potenti ed efficaci, macchine in grado di lanciare grandi massi e di provocare grandi danni alle fortificazioni nemiche.
Lo sviluppo delle armi e delle tecniche d'assedio è accompagnato da un analogo incremento delle fortificazioni e un miglioramento generale della loro resistenza ed efficacia difensiva. Ciò può essere dovuto anche al fatto che, dopo la caduta dell'Impero Romano, la difesa delle terre si sposta dai limes agli estremi confini dell'Impero, all'interno di ogni singolo territorio. Ne consegue il cosiddetto fenomeno dell'incastellamento, cioè il moltiplicarsi dei castelli.
Gli assedi consistevano in un semplice accerchiamento della posizione che si voleva conquistare, attuando un blocco statico delle entrate e delle uscite dell'assediato. Ciò con il chiaro obiettivo di ridurre l'avversario alla resa per fame o per sete (cosa molto usuale nel Medioevo e anche in epoca greca). Nel Medioevo, si evitava spesso di costruire delle circunvallazioni tutto intorno all'obiettivo perché era dispendioso utilizzare molti materiali di cui legna, pelli e mattoni ed uomini, che potevano servire per eventuali sortite.
Ma anche quando le tecniche poliorcetiche si fanno più sviluppate, le vittorie per fame e per sete non sono affatto rare. Egidio Romano, intorno al 1280, scrive nella propria opera, De regimine principum, che i modi per prendere una fortezza sono tre. Li elenca in ordine di importanza: sete, fame, battaglia.
Allo scopo di conquistare una fortezza o una posizione per fame, solitamente si iniziavano le operazioni militari in estate, prima che i prodotti del nuovo raccolto fossero stati aggiunti alle scorte degli assedianti. Nello stesso periodo, inoltre, era più facile esaurire le scorte idriche, inoltre le piogge sono meno frequenti.
Una città assediata, isolata da tutte le sue fonti di sostentamento, correva il rischio di esaurire in poco tempo le proprie risorse alimentari. In queste condizioni, non era possibile provvedere a sfamare anche tutti coloro che non erano combattenti o che non svolgevano un ruolo attivo nella resistenza all'assedio. Non rimaneva altra scelta che espellere le cosiddette "bocche inutili" dalla città (il caso dell'assedio di Gerusalemme nella prima crociata 1099).
La conquista di una città per assalto alle mura era spesso l'ultima idea di un comandante, ciò nonostante si sono avute vittorie schiaccianti grazie ad assalti con scale, torri d'assedio (chiamati anche castelli mobili o castelli), oppure con bombardamento da parte degli assedianti con macchinari tipici dell'epoca come: mangani,catapulte, petraie, trabucchi, cannoni, bombarde,baliste.
Altri macchinari come l'ariete venivano impiegati come arma per creare una breccia nelle mura; oppure, per destabilizzare le fortificazioni in modo da farle crollare su se stesse, si scavavano tunnel sotterranei.
L'ultima possibilità, per chi assediava una città, era il tradimento: corrompere qualcuno all'interno della fortezza nemica, in modo da riuscire ad entrarvi con l'inganno.
L'assedio è uno stato bellico in cui un esercito circonda e controlla gli accessi ad una località, di solito fortificata, allo scopo di costringere i difensori alla resa o di conquistarla con la forza.
Chi cinge d'assedio un luogo, si pone lo scopo di isolare l'assediato (chi subisce l'assedio) in modo che questi non possa più avere comunicazioni con l'esterno e non sia in grado di ricevere rifornimenti di cibo o di mezzi.
Ciò avviene, solitamente, circondando l'obiettivo col proprio esercito.
Le prime notizie di assedi arrivano da fonti antichissime risalenti all'era del Bronzo, quando in Medioriente i Sumeri e gli Ittiti già usavano metodi ossidionali per bloccare città fortificate; altre fonti certe sono quelle Egizie, dove diversi assedi condotti sono testimoniati da raffigurazioni e da ritrovamenti archeologici. Si ha notizia di un assedio condotto, nel XIII secolo a.C., dall'esercito di Ramses II contro la città siriana di Dapur. In epoca romana quest'arte ebbe grande sviluppo; nel Medioevo fu perfezionata sempre di più, grazie all'evoluzione bellica sviluppata durante i secoli.
Assedio di Siracusa (878 D.C.) |
Lo sviluppo delle armi e delle tecniche d'assedio è accompagnato da un analogo incremento delle fortificazioni e un miglioramento generale della loro resistenza ed efficacia difensiva. Ciò può essere dovuto anche al fatto che, dopo la caduta dell'Impero Romano, la difesa delle terre si sposta dai limes agli estremi confini dell'Impero, all'interno di ogni singolo territorio. Ne consegue il cosiddetto fenomeno dell'incastellamento, cioè il moltiplicarsi dei castelli.
Assedio di Messina 1040 D.C. |
Gli assedi consistevano in un semplice accerchiamento della posizione che si voleva conquistare, attuando un blocco statico delle entrate e delle uscite dell'assediato. Ciò con il chiaro obiettivo di ridurre l'avversario alla resa per fame o per sete (cosa molto usuale nel Medioevo e anche in epoca greca). Nel Medioevo, si evitava spesso di costruire delle circunvallazioni tutto intorno all'obiettivo perché era dispendioso utilizzare molti materiali di cui legna, pelli e mattoni ed uomini, che potevano servire per eventuali sortite.
Ma anche quando le tecniche poliorcetiche si fanno più sviluppate, le vittorie per fame e per sete non sono affatto rare. Egidio Romano, intorno al 1280, scrive nella propria opera, De regimine principum, che i modi per prendere una fortezza sono tre. Li elenca in ordine di importanza: sete, fame, battaglia.
Allo scopo di conquistare una fortezza o una posizione per fame, solitamente si iniziavano le operazioni militari in estate, prima che i prodotti del nuovo raccolto fossero stati aggiunti alle scorte degli assedianti. Nello stesso periodo, inoltre, era più facile esaurire le scorte idriche, inoltre le piogge sono meno frequenti.
Una città assediata, isolata da tutte le sue fonti di sostentamento, correva il rischio di esaurire in poco tempo le proprie risorse alimentari. In queste condizioni, non era possibile provvedere a sfamare anche tutti coloro che non erano combattenti o che non svolgevano un ruolo attivo nella resistenza all'assedio. Non rimaneva altra scelta che espellere le cosiddette "bocche inutili" dalla città (il caso dell'assedio di Gerusalemme nella prima crociata 1099).
Assedio di Gerusalemme - 1099 |
Altri macchinari come l'ariete venivano impiegati come arma per creare una breccia nelle mura; oppure, per destabilizzare le fortificazioni in modo da farle crollare su se stesse, si scavavano tunnel sotterranei.
L'ultima possibilità, per chi assediava una città, era il tradimento: corrompere qualcuno all'interno della fortezza nemica, in modo da riuscire ad entrarvi con l'inganno.
Bibbia Maciejowski circa 1260 |
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