Secondo la tradizione, l'Enchiridion, un trattato di magia bianca veneratissimo da molti occultisti, fu concepito proprio da papa Leone III. In base a ricostruzioni mai accertate dal punto di vista storico, il papa consegnò il misterioso volume a Carlo Magno nella fatidica notte di Natale dell'800 d.C., con la raccomandazione di non divulgare le verità contenute nel volume al popolo immaturo e di "mentalità fanciullesca", che, tra l'altro, avrebbe mal interpretato l'esistenza di una "dottrina anteriore alla Bibbia e all'Apocalisse". Il libro circolò ugualmente negli ambienti più svariati, scatenando anche fantasie sul suo utilizzo come strumento di dominio sul mondo intero.
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Una pagina dell'Enchiridion |
Più di uno studioso evidenziò la somiglianza dell'emblema che campeggiava nell'opera (una spada a forme di croce patente) con quella della Santa Vehme, società segreta fondata forse ai tempi di Carlo Magno con il compito di difendere il cattolicesimo e l'imperatore con ogni mezzo, anche il più repressivo, l'Enchiridion si presenta come un interessante compendio di preghiere cristiane, associate allo studio di alcuni segni della Kabbalah ebraica.
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Pagine del testo l'Enchiridion |
Secondo alcuni studiosi di occultistica del 1800, il libro rivelerebbe "l'esistenza di una tradizione segreta riservata ai sommi pontefici" nonchè quella "di una rivelazione primitiva e universale che spiegherebbe tutti i segreti della natura accordandoli con quella della grazia". I forti dubbi sull'attribuzione a Leone III del trattato esoterico restano comunque ancora da sciogliere; a maggior ragione, analizzando la parte conclusiva del testo, probabilmente rimaneggiato più volte da ignoti esoterici nel corso dei secoli. Questa appendice, dal titolo "Chiave misteriosa delle orazioni e dei segreti contenuti nell'Enchiridion", passa in rassegna tutta una serie di formule magiche "popolaresche",utili, per esempio, nel guarire dalle ulcere, per evitare la peste e per vincere al gioco.
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