Il mondo rupestre della Cappadocia

L'Anatolia, antico nome della Turchia, ospita, nella sua area centrale, una regione chiamata Cappadocia. La Cappadocia sembra un mondo alieno rispetto al nostro, formato da spettacolari formazioni geologiche, dei pinnacoli rocciosi alti fino a quaranta metri, chiamati camini delle fate. In questo luogo, al confine fra la realtà ed un romanzo fantastico, hanno trovato rifugio, nel medioevo, diversi gruppi di cristiani. Essi infatti, hanno approfittato dell'isolamento e della distanza dalla capitale Costantinopoli, per poter praticare il loro credo, al riparo dai Musulmani.


I camini delle fate

Come si può vedere dall'immagine, l'ambiente è degno di un libro fantasy: esso nasce perché 60 milioni di anni fa si alzò una catena montuosa ricca di burroni, la catena del Tauro; questi burroni, circa 10 milioni di anni fa, furono riempiti da lave e ceneri vulcaniche, trasformando i monti in un gigantesco altopiano; l'erosione poi, portò a scolpire e modellare queste imponenti colonne di pietra che, infine, generarono questo paesaggio surreale.

Fin dall'antichità, la Cappadocia fu abitata, basti pensare che le prime incisioni rupestri risalgono a sei millenni prima della nascita di Cristo; le varie civiltà, assiri, ittiti, persiani, greci e romani, lasciarono tracce del loro passaggio. Poi venne il periodo bizantino, durante il quale furono costruiti una serie di monasteri, soprattutto sotto l'incoraggiamento dell'Impero Romano d'Oriente. Nella città di Goreme, ad esempio, ne sorgono di diversi.

Panorama della città medievale di Goreme

Il più scenografico dei monasteri è la chiesa oscura, finemente affrescata. Le decorazioni sono rimaste intatte, in quanto tutte queste chiese sono state costruite in roccia, lontano dalla luce solare; di conseguenza, i pigmenti si sono conservati in modo perfetto.

Il sontuoso interno della chiesa oscura

Ovviamente, le decorazioni avevano l'intento di istruire il fedele analfabeta sulle vite e le vicende dei protagonisti della Bibbia, assurgendo ad un ruolo prettamente istruttivo. Durante l'iconoclastia, molti affreschi di queste chiese scavate nella roccia furono cancellati.
Molte cittadine erano letteralmente costruite sotto terra, come quella di Derinkuyu.

Derinkuuyu, città costruita totalmente sottoterra

Fu quindi con il verificarsi delle Crociate che queste zone vennero conosciute anche dai cristiani d'occidente. Essi poterono così allargare i loro orizzonti, apprezzando ciò che di buono poteva offrire una cultura differente, dal punto di vista architettonico e ingegneristico.
Nel 1453, la penisola anatolica passa dalle mani Bizantine a quelle Selgiuchide: già nei tre secoli precedenti erano riusciti a penetrare in Cappadocia, a seguito delle alterne vicende che videro confrontarsi il mondo Cristiano con quello Islamico; dalla Cappadocia, i Selgiuchidi si espansero fino a prendere l'intero territorio bizantino, ma lasciarono comunque intatte molte chiese rupestri della regione.

Castello di Nevesehir

Ai giorni nostri, la Cappadocia è meta turistica rinomata, ricca di testimonianze legate al primo cristianesimo ed al cristianesimo medievale, oltre alle testimonianze archeologiche appartenenti ad epoche più antiche.

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