La Battaglia di Nocera fu una delle più importanti combattute da
Ruggero II di Sicilia, ma fu soprattutto una delle sue peggiori sconfitte, insieme alla
Battaglia di Rignano, entrambe subite per mano del conte
Rainulfo di Alife.
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La locazione della Battaglia di Nocera |
Nel 1132, il ribelle Rainulfo aveva radunato grandi forze con il suo alleato, il principe di Capua Roberto II. La città di Benevento, nonostante fosse usualmente fedele a Ruggero, si consegnò nelle mani dei ribelli che si erano ammassati alle sue porte.
Ruggero fece tornare indietro il suo esercito e si diresse verso
Nocera, la più grande città fortificata del principe di
Capua, oltre a
Capua stessa. La ritirata sugli Appennini fu straordinariamente rapida, ma i ribelli si mossero altrettanto velocemente in modo da incontrare l'esercito reale a
Nocera.
Ruggero distrusse l'unico ponte che attraversava il fiume
Sarno ma i ribelli, con rapidità altrettanto straordinaria, costruirono un ponte di fortuna, e mossero verso l'assediata
Nocera.
Ruggero tolse il suo assedio all'arrivo dell'esercito ribelle, quindi Rainulfo inviò 250 cavalieri verso le mura della città per distrarre una parte delle truppe reali. Roberto di Capua si mise a capo dell'ala sinistra, Rainulfo di quella destra divisa in tre colonne. Gli schieramenti contavano qualche migliaio di unità a testa.
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Illustrazione di Nocera all'epoca della battaglia |
Il 24 luglio, una domenica, Ruggero diede inizio allo scontro caricando i cavalieri del principe. Le truppe reali risultarono vittoriose e la fanteria di Capua si ritirò sul ponte improvvisato, che crollò. Ruggero ordinò quindi una seconda carica, che inizialmente ebbe successo, ma Rainulfo si unì al combattimento con 500 uomini, colpendo il fianco di Ruggero, ed i realisti cominciarono a cedere.
Prima che potessero arrivare rinforzi,
Rainulfo gettò nella mischia, prima la sua ala destra e poi quella sinistra, e a quel punto le truppe reali crollarono.
Ruggero stesso cercò di incoraggiare i suoi, ma ormai la disfatta era inevitabile e il re fu costretto a fuggire, con quattro cavalieri, verso
Salerno. La vittoria dei ribelli fu totale.
Settecento cavalieri e ventiquattro baroni lealisti furono catturati. Sia i cronachisti simpatizzanti per i ribelli, come
Falcone Beneventano, che quelli realisti, come
Enrico, vescovo di
Sant'Agata, sono concordi nel dire che il bottino fu immenso, al punto da comprendere persino la bolla dell'antipapa
Anacleto II, con la quale
Ruggero era stato investito del titolo di re.
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Schema della battaglia di Nocera |
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