I bagni pubblici

Anche se si dà per scontato che l'igiene personale nel Medioevo fosse pressoché quasi inesistente, pur non avendo fonti certe al riguardo, ciò non vuol dire che fosse nulla: abbiamo la certezza che intorno alla metà del 1100, in molti centri di ItaliaSpagna cristianaInghilterra e Germania, sorsero numerosi "balnea", ovvero bagni pubblici in cui le persone potevano recarsi per lavarsi.
Queste strutture, che in parte ricordavano le terme romane, furono di ispirazione all'utilizzo anche in Europa grazie al modo d'uso che ne facevano gli islamici, e che prontamente gli Europei portarono dopo la conquista della Terra Santa durante la prima Crociata. Erano dotate di vasche riempite con acqua riscaldata grazie al fuoco a legna e di “stufe”, stanze simili alle nostre saune. I bagni pubblici medievali, a differenza delle antiche terme romane, non erano considerati luoghi di aggregazione e di incontro dove conversare e socializzare con gli altri, ma solo come una meta quasi obbligata per essere più puliti e in salute, visto che il loro utilizzo doveva servire anche, si sperava, ad allontanare  le malattie.

Bagni pubblici medievali in Borgogna intorno al XV secolo. Uomini e donne si lavano insieme, i più ricchi mangiano durante il bagno
I bagni nel Medioevo avevano infatti anche una funzione curativa e molti medici li prescrivevano a tutti quei pazienti che, a loro giudizio, necessitavano di terapie a base di calore ed umidità.
Non mancarono tuttavia i pareri contrari, soprattutto quando iniziarono a diffondersi, tra la popolazione, affezioni attribuite proprio alla frequentazione di questi luoghi; la causa, probabilmente, era dovuta alla loro promiscuità e alla mancanza di alcune elementari norme di sicurezza.

Il rituale del bagno nel Medioevo
All'inizio i bagni pubblici erano aperti a persone di entrambi i sessi e di ogni età che, denudatisi completamente, si immergevano insieme in acqua o nel vapore, una prassi non solo discutibile dal punto di vista sanitario, ma che con il tempo fece anche sorgere scandali e polemiche sulle attività che si riteneva accompagnassero il rituale del bagno; voci non troppo infondate, a giudicare da quanto si può leggere su alcuni manoscritti tardomedievali, li dipingono più come case di tolleranza, che come ambienti adibiti all’igiene e alla cura del corpo.
Sembra in effetti che, nella maggior parte di queste strutture, lavorassero donne "disponibili" non solo a tagliare i capelli e a radere barbe, ma anche a prestazioni "extra" da compensare con pochi denari.

Sala da bagno pubblica 
In un simile stato di cose l’intervento delle autorità divenne indispensabile: si stabilì che uomini e donne dovessero recarsi presso i bagni pubblici in giorni differenti, fissati su un calendario, e si vietarono del tutto immersioni e trattamenti misti.
Ma neanche i suddetti provvedimenti furono sufficienti ad eliminare la prostituzione da questi luoghi, che per i loro proprietari costituiva una fonte di guadagno decisamente redditizia, i quali quindi non avevano alcun interesse a limitarne l’accesso; a tanta ostinazione fecero seguito continue denunce, che finirono inevitabilmente per sancire la fine degli stabilimenti stessi.
Dopo quelli di Londra, i primi ad essere vietati, tutti i balnea europei vennero chiusi l’uno dopo l’altro nel corso del XV secolo.

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