Il Codex Gigas, la Bibbia del Diavolo
Il Codex Gigas è il più grande manoscritto redatto nel Medioevo. L'opera, da datare nella prima metà del Duecento, è avvolta nel mistero per via di una particolare leggenda che ha attraversato i secoli. Secondo la tradizione, un monaco benedettino del monastero di Podlavice (a metà strada tra Praga e Brno) fu condannato ad essere murato vivo per aver infranto i voti.
Per salvare la propria vita, il religioso di nome Herman il Recluso decise di scrivere in una sola notte una summa enciclopedica, che racchiudesse tutto lo scibile umano in un libro: in questo modo avrebbe glorificato il monastero e avrebbe ricevuto la grazia.
Per compiere l'impresa chiese allora aiuto al diavolo, che si offrì di completare lo scritto prima che sorgesse il sole. Il monaco, a sua volta, ricambiò il favore inserendo un'immagine del demonio nel codice per ringraziarlo: per questo motivo il Gigas viene anche chiamato Bibbia del Diavolo o Codice del Diavolo e gode di una pessima fama soprattutto tra i superstiziosi.
Attualmente il preziosissimo manoscritto è conservato a Stoccolma, nella Biblioteca nazionale svedese, fondata nel Cinquecento dal sovrano scandinavo Gustavo Vasa. Il codice misura 92 cm di altezza e 50 cm di larghezza, con uno spessore di 25 cm e un peso di ben 75 kg. In totale sono state contate 312 pagine in pergamena di prima qualità, ma verosimilmente in origine dovevano esserci 320 pagine o addirittura di più.
Culturalmente appartiene alla Repubblica Ceca, non solo per l'origine geografica, ma anche perché è stato conservato per diversi anni nella collezione privata dell'eclettico Rodolfo d'Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero per quasi un quarantennio. Tuttavia, dopo la Guerra dei Trent'anni che sconvolse l'Europa, sia a livello politico che religioso, tra il 1618 e il 1648, la presunta creazione diabolica finì in mani svedesi.
Ma cosa contiene precisamente questo enigmatico codice? Innanzituto l'intera Bibbia, chiaramente in latino, derivata in gran parte dalla Vulgata e dalla Vetus Latina. Poi diversi trattati filosofici, medici (come quello di Costantino l'Africano), teologici, fisiologici ed etimologici, la Regola di Benedetto da Norcia, oltre alle più grandi opere storiche dell'antichità, come le Etymologiae di Isidoro di Siviglia e gli studi dello storiografo Giuseppe Flavio.
Il folio 290 recto, ovvero la pagina 577, contiene, invece, la famosa raffigurazione del diavolo. Ma niente paura, basterà passare alla pagina successiva e potrete ammirare l'illustrazione della Città di Dio.
Per salvare la propria vita, il religioso di nome Herman il Recluso decise di scrivere in una sola notte una summa enciclopedica, che racchiudesse tutto lo scibile umano in un libro: in questo modo avrebbe glorificato il monastero e avrebbe ricevuto la grazia.
Codex Gigas, il più grande manoscritto medioevale al mondo |
Per compiere l'impresa chiese allora aiuto al diavolo, che si offrì di completare lo scritto prima che sorgesse il sole. Il monaco, a sua volta, ricambiò il favore inserendo un'immagine del demonio nel codice per ringraziarlo: per questo motivo il Gigas viene anche chiamato Bibbia del Diavolo o Codice del Diavolo e gode di una pessima fama soprattutto tra i superstiziosi.
Attualmente il preziosissimo manoscritto è conservato a Stoccolma, nella Biblioteca nazionale svedese, fondata nel Cinquecento dal sovrano scandinavo Gustavo Vasa. Il codice misura 92 cm di altezza e 50 cm di larghezza, con uno spessore di 25 cm e un peso di ben 75 kg. In totale sono state contate 312 pagine in pergamena di prima qualità, ma verosimilmente in origine dovevano esserci 320 pagine o addirittura di più.
Molte sono le miniature presenti all'interno del Codex |
Culturalmente appartiene alla Repubblica Ceca, non solo per l'origine geografica, ma anche perché è stato conservato per diversi anni nella collezione privata dell'eclettico Rodolfo d'Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero per quasi un quarantennio. Tuttavia, dopo la Guerra dei Trent'anni che sconvolse l'Europa, sia a livello politico che religioso, tra il 1618 e il 1648, la presunta creazione diabolica finì in mani svedesi.
Illustrazione del Diavolo, pagina 577 (Folio 290 Recto) |
Ma cosa contiene precisamente questo enigmatico codice? Innanzituto l'intera Bibbia, chiaramente in latino, derivata in gran parte dalla Vulgata e dalla Vetus Latina. Poi diversi trattati filosofici, medici (come quello di Costantino l'Africano), teologici, fisiologici ed etimologici, la Regola di Benedetto da Norcia, oltre alle più grandi opere storiche dell'antichità, come le Etymologiae di Isidoro di Siviglia e gli studi dello storiografo Giuseppe Flavio.
Il folio 290 recto, ovvero la pagina 577, contiene, invece, la famosa raffigurazione del diavolo. Ma niente paura, basterà passare alla pagina successiva e potrete ammirare l'illustrazione della Città di Dio.
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