Great battles of Historie medievali: La Battaglia di Torrita
La battaglia di Torrita, svoltasi nel 1358, fu tra le più lunghe del XIV secolo. Venne combattuta nei territori di Cortona, del "Chiugi" e di Torrita, tra la Repubblica di Siena ed il Comune di Perugia per il controllo di Montepulciano, dominata dalla potente famiglia dei Del Pecora, Signori di Valiano.
Castello di Torrita |
Nel dicembre del 1357, Cortona ed il suo territorio vennero occupati dalle truppe perugine, appartenenti alla fazione popolare dei Raspanti, capitanata da Leggieri d'Andreotto.
I Perugini, forti di 400 cavalieri e numerosi fanti comandati da Leggieri, non riuscendo ad occupare Cortona, si accamparono nei pressi della canova dell'Ossaia, determinati ad assediare la città. Bartolomeo Casali, signore di Cortona, per liberarsi dalla morsa dell'assedio, si alleò con i senesi, i quali assoldarono il capitano di ventura, Anichino Di Bongardo, che si trovava nel territorio senese con un forte esercito, al soldo di Barnabò Visconti, con il compito di proteggere il territorio senese dalla minacciosa espansione della Repubblica di Firenze. Il 18 marzo 1358, Anichino, con 800 cavalieri e 400 fanti ed una brigata di ungheresi, uniti a milizie senesi comandate dal conte Nolfo d'Urbino, marciarono alla volta di Torrita e, dopo averla espugnata, raggiunsero l'accampamento perugino ad Ossaia ed inseguirono il nemico nel territorio del Chiugi, costringendolo alla fuga nelle colline settentrionali del Trasimeno.
Comune di Montepulciano, Ex Signoria |
Il Comune di Perugia, a seguito della cocente sconfitta e dopo un estenuante tentativo di mediazione intrapreso invano da Firenze, preparò la rivincita stipendiando nuovi mercenari con 800 barbute al seguito di un notevole contingente di milizie cittadine: 6000 fanti e 400 ungari, al comando di Smeduccio da San Severino. Le milizie perugine stazionarono nell'accampamento di Gracciano, mentre quelle senesi si accamparono a Torrita. Il 9 aprile i perugini inviarono nel campo avverso il guanto di sfida, accettato dal Bongardo, ma respinto dai comandanti senesi, favorevoli al rinvio della battaglia. Il 10 aprile, 40 cavalieri senesi uscirono dalle mura dell'accampamento, ma rimasero sopraffatti dal nemico e costretti a ripiegare. Vedendo avanzare il nemico, anche il Bongardo uscì dalle mura, ma i perugini, grazie alla superiorità numerica, circondarono i mercenari e catturarono Anichino, provocando la ritirata delle milizie.
La battaglia di Torrita, sala del Mappamondo, Palazzo pubblico |
Stimando comunque troppo difficile la presa di Torrita, i perugini inseguirono i senesi in rotta fino alle porte della stessa Siena. Nella fuga questi ultimi persero 400 uomini, che furono fatti prigionieri, 49 stendardi e l'insegna imperiale donata da Carlo IV al Comune di Siena. I trofei militari riportati a Perugia suscitarono grande gioia nella popolazione, che intese gratificare tutti i capitani perugini con il titolo di "Cavaliere", con una menzione speciale ai quattro alleati Poliziani che si erano distinti particolarmente nella battaglia di Torrita: Giovanni e Gherardo Del Pecora e i nipoti, Bertoldo e Corradino, insigniti "Cavalieri" e remunerati con la rendita vitalizia della posta di Valiano.
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