Historie Medievali The life of: Alcuino di York

Nella seconda metà del 700 d.C., Aquisgrana era la capitale del Sacro Romano Impero, comandato allora da Carlo Magno. Carlo Magno, in quel momento, era letteralmente l'Imperatore della civiltà Occidentale, se si esclude il fatto che la penisola iberica fosse in mano agli Arabi. L'Europa stava cominciando a rialzarsi da secoli molto bui, e l'Imperatore sentì l'esigenza di dare una spinta importante anche dal punto di vista culturale; ragion per cui si circondò dei migliori letterati del tempo. Fra questi, ce n'era uno proveniente dall'isola inglese, precisamente dal Regno di Northumbria: il suo nome era Alcuino, ed è il protagonista della nostra piccola storia di oggi.

Incisione raffigurante Alcuino di York

Quando nel 782 Alcuino si trasferì presso Carlo Magno, presto, insieme con i giovani membri della nobiltà che era stato chiamato a istruire, si trovò circondato da un gruppo di studenti più anziani, alcuni dei quali erano considerati tra i migliori studiosi del tempo. Sotto la sua guida, la Schola Palatina divenne ciò che l'Imperatore aveva sognato: il centro della conoscenza e della cultura per il regno e l'Europa intera. Carlo Magno stesso, la sua regina, sua sorella, i tre figli e le due figlie studiarono presso la scuola: un esempio che il resto della nobiltà non mancò di imitare. Il maggior merito di Alcuino quale educatore laico, tuttavia, non fu solamente la formazione di una generazione di uomini e donne, ma soprattutto l'ispirare, con la sua passione per l'insegnamento e l'apprendimento, giovani di talento che accorrevano a lui da tutte le parti.

Miniatura raffigurante la Schola Palatina voluta da Carlo Magno

Rivedendo le opere degli antichi studiosi infatti, Alcuino elaborò una serie di trattati sulle più svariate materie, da quelle umanistiche a quelle scientifiche e su cui i suoi discepoli potevano studiare. Più che pensatore, Alcuino era un insegnante, un ottimo insegnante: si potrebbe definire alla stregua di un odierno divulgatore: la sua passione, oltre che vocazione, era poter trasmettere con linguaggio semplice le idee che gli altri avevano pensato o elaborato. "Disce ut doceas" (Trad.: impara per insegnare), fu il motto della sua vita, oltre all'ammonimento che impartiva sempre ai suoi discepoli: "Qui non discit in pueritia, non docet in senectute" (Trad.: chi non impara in gioventù, non insegna in vecchiaia), fanno capire come il voler trasmettere la conoscenza fosse lo scopo della sua vita, come se avesse capito l'importanza vitale che aveva questo aspetto per giungere finalmente ad un rinascimento di rilievo europeo.
La sua disponibilità e umanità lo resero universalmente amato e il vincolo che lega maestro e allievo si evolse spesso in un'intima amicizia che durò per tutta la vita. Molte delle sue lettere che si sono conservate, infatti, furono scritte ai suoi ex allievi, testimoniando come facesse tutto questo per amore dei suoi studenti e della conoscenza, e non per arroganza od orgoglio.

Alcuino, mentre pone la mano sulla spalla di un allievo intento a consegnare un libro all'Arcivescovo di Magonza. In questa miniatura si nota tutta l'umanità e l'affetto per cui i suoi allievi l'hanno sempre stimato

Ovviamente Alcuino, per via di questo suo modo di fare, divenne una figura importante nei piani di rinascita culturale pensati da Carlo Magno. Si dice infatti che sia stato l'ispiratore di molte leggi riformatrici, che hanno permesso il proliferare delle scuole e dell'istruzione in tutto l'Impero Carolingio, tanto è vero che diversi studiosi concordano nell'affermare che la rinascita europea passa dal suo duro lavoro di studio e di insegnamento. 
L'opera più importante fu la revisione della Bibbia in versione vulgata (cioè dal greco od ebreo al latino): infatti circolavano diverse versioni della Bibbia: Alcuino, insieme al suo gruppo di lavoro, le confrontò tutte e, attraverso una serie di studi ed analisi teologiche, cercò di avvicinarsi quanto più possibile al testo originale, fino ad arrivare ad una versione vulgata canonica da presentare a Carlo Magno. L'Imperatore, a questo punto, decise di cominciare una mastodontica produzione di massa di copie della Bibbia da consegnare a tutte le principali diocesi dell'Impero. Della produzione delle copie si occupò la più grande abbazia dell'epoca: quella di San Martino di Tours. A Tours, esistono quattro Bibbie che si pensa siano state preparate da Alcuino stesso o sotto la sua stretta supervisione, probabilmente tra il 799 e l'801.

La basilica di Tours come appare oggi, con la torre fatta costruire all'epoca di Carlo Magno in primo piano

In definitiva, Alcuino è uno dei grandi protagonisti di un'Europa che finalmente si rimette in moto dopo secoli di buio totale, un'Europa che si prepara a competere con la civiltà islamica, ed il mondo bizantino, a quell'epoca principali centri culturali dell'area mediterranea, un'Europa che getta le basi per creare la grande civiltà fiorente ancora oggi.

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