Historie Medievali The life of: Andronico I, fra corna e tradimenti
Un partner che tradisce, si dice volgarmente che "metta le corna" al proprio compagno. Ma perché esiste questo modo di dire? Beh, anche questo termine è di origine medievale, e nasce addirittura dal comportamento di un Imperatore: Andronico I Comneno.
Andronico I nacque a Costantinopoli nel 1118 dopo Cristo. Fu imperatore dei Bizantini dal 1182 al 1185, anno della sua morte. Vissute un'infanzia e giovinezza travagliate fra esili, prigionie ed avventure, Andronico si distinse per l'ambizione e la scaltrezza, che lo portarono a dissidi e tensioni coi membri della sua famiglia. Un carattere così irruento provocava conseguenze anche nella sua vita personale: prima di salire al trono lasciò la moglie legittima, andò ad Antiochia e sedusse la principessa Filippa di Potiers; a San Giovanni d'Acri sedusse la Regina Teodora; divenuto imperatore, cacciò via lei ed i figli e prese in sposa la vedova del precedente Imperatore, Agnese. Salito al trono, nacque il mito delle corna: Andronico infatti, aveva l'abitudine di far arrestare i nobili rivali e rapire le loro mogli per farne sue concubine; poi faceva appendere sulle facciate dei palazzi dei suddetti nobili, delle simboliche e beffarde teste di cervi e di altri animali muniti di corna abbattuti da lui durante le battute di caccia.
Le corna, fino ad allora, erano viste come elemento di fierezza e potenza; da allora cominciarono ad assumere ben altro significato, venendo associate all'umiliazione e al tradimento. Quindi, dal 1185, nacque in Grecia il modo di dire “cherata poiein”, mettere le corna, per indicare il tradimento coniugale subìto dai mariti sudditi di Andronico. Sembrava che l'Imperatore si desse molto da fare: infatti, quando i soldati di Re Guglielmo II sbarcarono a Salonicco, città bizantina che avevano appena conquistato, rimasero stupiti dalla quantità di corna esposte sui palazzi della città. Il modo di dire in questo modo, dapprima sbarcò in Sicilia e poi si estese al resto d'Italia.
Andronico non fece una bella fine: dato che l'invasione di Guglielmo II continuava ad avanzare e stava ormai minacciando Costantinopoli, cominciarono una serie di tumulti popolari legati alla paura dell'esercito invasore; così l'imperatore venne spodestato da Isacco II Angelo. Datosi alla fuga, Andronico venne catturato; il nuovo imperatore allora lo consegnò alla folla della città e per tre giorni fu letteralmente linciato, rimanendo per tutto il tempo legato a un palo. In particolare: subì il taglio della mano destra; denti e capelli vennero strappati; uno dei suoi occhi cavati e, infine, gli fu gettata in faccia acqua bollente. Quest'ultima punizione, probabilmente, fu applicata per castigare la sua bellezza e la vita di libertinaggio.
Alla fine fu portato all'ippodromo di Costantinopoli e appeso, per i piedi, tra due pilastri. Due soldati latini fecero a gara a chi avrebbe fatto penetrare più a fondo la spada nel suo corpo. Secondo le cronache, morì fatto a pezzi il 12 settembre 1185.
Ciò che è successo ad Andronico insegna che ad essere troppo spregiudicati e perfidi, si rischia la collera popolare che porta infine ad una morte atroce.
L'imperatore Andronico I incoronato da Cristo |
Andronico I nacque a Costantinopoli nel 1118 dopo Cristo. Fu imperatore dei Bizantini dal 1182 al 1185, anno della sua morte. Vissute un'infanzia e giovinezza travagliate fra esili, prigionie ed avventure, Andronico si distinse per l'ambizione e la scaltrezza, che lo portarono a dissidi e tensioni coi membri della sua famiglia. Un carattere così irruento provocava conseguenze anche nella sua vita personale: prima di salire al trono lasciò la moglie legittima, andò ad Antiochia e sedusse la principessa Filippa di Potiers; a San Giovanni d'Acri sedusse la Regina Teodora; divenuto imperatore, cacciò via lei ed i figli e prese in sposa la vedova del precedente Imperatore, Agnese. Salito al trono, nacque il mito delle corna: Andronico infatti, aveva l'abitudine di far arrestare i nobili rivali e rapire le loro mogli per farne sue concubine; poi faceva appendere sulle facciate dei palazzi dei suddetti nobili, delle simboliche e beffarde teste di cervi e di altri animali muniti di corna abbattuti da lui durante le battute di caccia.
L'idea beffarda di una testa di cervo, come simbolo di una preda catturata |
Le corna, fino ad allora, erano viste come elemento di fierezza e potenza; da allora cominciarono ad assumere ben altro significato, venendo associate all'umiliazione e al tradimento. Quindi, dal 1185, nacque in Grecia il modo di dire “cherata poiein”, mettere le corna, per indicare il tradimento coniugale subìto dai mariti sudditi di Andronico. Sembrava che l'Imperatore si desse molto da fare: infatti, quando i soldati di Re Guglielmo II sbarcarono a Salonicco, città bizantina che avevano appena conquistato, rimasero stupiti dalla quantità di corna esposte sui palazzi della città. Il modo di dire in questo modo, dapprima sbarcò in Sicilia e poi si estese al resto d'Italia.
Andronico non fece una bella fine: dato che l'invasione di Guglielmo II continuava ad avanzare e stava ormai minacciando Costantinopoli, cominciarono una serie di tumulti popolari legati alla paura dell'esercito invasore; così l'imperatore venne spodestato da Isacco II Angelo. Datosi alla fuga, Andronico venne catturato; il nuovo imperatore allora lo consegnò alla folla della città e per tre giorni fu letteralmente linciato, rimanendo per tutto il tempo legato a un palo. In particolare: subì il taglio della mano destra; denti e capelli vennero strappati; uno dei suoi occhi cavati e, infine, gli fu gettata in faccia acqua bollente. Quest'ultima punizione, probabilmente, fu applicata per castigare la sua bellezza e la vita di libertinaggio.
Supplizio di Andronico I |
Alla fine fu portato all'ippodromo di Costantinopoli e appeso, per i piedi, tra due pilastri. Due soldati latini fecero a gara a chi avrebbe fatto penetrare più a fondo la spada nel suo corpo. Secondo le cronache, morì fatto a pezzi il 12 settembre 1185.
Ciò che è successo ad Andronico insegna che ad essere troppo spregiudicati e perfidi, si rischia la collera popolare che porta infine ad una morte atroce.
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