Ani, la città fantasma dalle 1001 chiese
Una città fantasma in uno scenario desolato, tra ruderi di chiese e ponti in rovina. Il vento emette ululati spettrali dalla gola profonda che segna il confine tra Armenia e Turchia. Siamo ad Ani, a 45 km dalla città turca di Kars. Capitale del regno armeno nel X secolo, Ani fu abbandonata dopo un terribile terremoto che la devastò nel Trecento.
Il regno armeno, fondato nell'884, comprendeva l'attuale Armenia e parte della Turchia orientale. Ani era una delle città più prospere dell'epoca e rivaleggiava con centri quali Baghdad, Costantinopoli e Il Cairo. La popolazione si aggirava intorno ai 100.000 abitanti, sorpassando perfino metropoli come le Londra e Parigi dell'epoca. Crocevia di numerose rotte commerciali, i suoi edifici erano tra i più eleganti e all'avanguardia dell'Asia minore. Per la sua ricchezza di monumenti venne definita "la città dalle mille chiese". Ovviamente si tratta di un'esagerazione, ma gli archeologi hanno scoperto le tracce di ben quaranta tra chiese, cappelle e monasteri.
Ani, la chiesa di San Gregorio |
Tuttavia il momento di gloria non durò a lungo, perché nel tempo Ani subì varie dominazioni. Nel 1045 venne attaccata dai bizantini e nel 1064 venne conquistata dai turchi che la devastarono e vendettero a una dinastia curda. All'inizio del Duecento divenne preda dei Mongoli e iniziò il suo lento declino, culminato con il devastante terremoto del 1319, che rase al suolo l'intero centro abitato, chiese comprese. La città iniziò ad essere gradualmente abbandonata per diventare completamente deserta alla fine del Settecento.
La cattedrale di Ani |
Ancora oggi, però, sono visibili le tracce del suo glorioso passato. Tra queste spicca come una gemma la meravigliosa Cattedrale: un capolavoro dell'architettura armena costruito nell'XI secolo dall'architetto Trdat. Nel 1064, sotto la dominazione turca, l'edificio religioso venne convertito in moschea, ma in seguito ritornò alla sua originaria funzione di chiesa cristiana. La sua cupola crollò nel terremoto del 1319. Un altro importante edificio è la chiesa di San Gregorio di Tigran Honents. Commissionata da un facoltoso mercante nel 1215, si erge solitaria come una sentinella sulla steppa armena. È una delle chiese meglio conservate di Ani e al suo interno custodisce affreschi sulla via di Cristo e san Gregorio Illuminatore, presumibilmente opera di artisti georgiani. Tra gli altri monumenti degni di nota, la chiesa del Santo Redentore, la chiesa di San Gregorio del re Gagik, la chiesa dei Santi Apostoli e la moschea di Manuchihr. Le numerose richieste di tutelare questo luogo suggestivo sono state accolte: il sito archeologico di Ani è stato inserito tra le nuove 10 meraviglie UNESCO il 15 luglio 2016.
Commenti
Posta un commento