Il Liber Paradisus e l'abolizione della schiavitù a Bologna
Forse non tutti sanno che Bologna fu la prima città al mondo ad abolire la schiavitù e a liberare i servi della gleba, già nel 1257, attraverso l'emanazione del "Liber Paradisus". Ma procediamo con ordine.
Nel 1249, la sconfitta delle signorie del contado bolognese durante la battaglia di Fossalta, portò ad una riflessione economica ed etica sui servi, fino ad allora proprietà dei signori. Il 25 agosto 1256, la campana dell’Arengo di Piazza Maggiore chiamò infatti a raccolta i cittadini bolognesi, il Podestà e il Capitano del popolo annunciarono la liberazione di tutti i servi residenti nel territorio di Bologna. Il tesoro comunale riscattò 5855 schiavi, con il pagamento di 54.014 lire d’argento bolognesi a favore dei 379 precedenti proprietari. L’importo dovuto era lo stesso sia per gli uomini che per le donne, e ridotto per i minori di 14 anni.
Da allora tutti gli uomini della città divennero uomini liberi, indistintamente. I servi della gleba entrarono così a far parte delle compagnie dedite alle arti professionali. A ricordare l’avvenimento un affresco di Adolfo De Carolis nel salone del Palazzo del Podestà.
Il 3 giugno 1257, la delibera venne ufficializzata con l’emanazione del Liber Paradisus, un decreto esecutivo che sanciva la liberazione dei servi della gleba. Nel volume era presente anche un elenco dettagliato con tutti i nomi dei servi riscattati. Il Liber Paradisus, quindi, anticipò di molto le ben più conosciute moderne carte dei diritti umani. L’episodio, inoltre, rappresentò una libera scelta in forma condivisa, senza conflitti mentre, nel corso della storia, gli stessi riconoscimenti furono raggiunti al termine di rivoluzioni civili. Il Liber Paradisus è quindi un documento unico, nella forma e nei contenuti.
Il libro è oggi conservato presso l’Archivio di Stato in Piazza dei Celestini e viene chiamato Paradiso, la prima parola che appare sul frontespizio, a ricordare che Dio in Paradiso creò l’uomo in perfetta e perpetua libertà: “Paradisum voluptatis plantavit dominus Deus omnipotens a principio, in quo posuit hominem, quem formaverat, et ipsius corpus ornavit veste candenti, sibi donans perfectissimam et perpetuam libertatem.”
“In principio il Signore piantò un paradiso di delizie, nel quale pose l’uomo che aveva formato, e aveva ornato il suo stesso corpo di una veste candeggiante, donandogli perfettissima e perpetua libertà”.
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