I tolomazi
Non tutti sanno che gli antesignani delle odierne "guide turistiche" erano sostanzialmente già presenti nella Venezia nel Trecento. Si tratta dei cosiddetti Tolomazi, ovvero un gruppo di persone appositamente incaricate di affiancare i viaggiatori che giungevano in città e vi soggiornavano.
I Tolomazi gestivano in toto la permanenza degli stranieri: trovare un alloggio, conoscere le zone di interesse, trovare una nave su cui imbarcarsi.
Ma perché si è sentita l'esigenza di creare le guide turistiche? La Serenissima era al centro di una fittissima rete di scambio con molti città e Paesi, incluso il Mediterraneo e l'Oriente. I viaggi avvenivano per lo più via nave, con tempi assai lunghi. I viaggi via terra non erano da meno. Potevano trascorrere mesi tra la partenza di una nave ed il suo ritorno. I viaggiatori arrivavano a Venezia per motivi commerciali, religiosi, oppure per scambi politici. Grande importanza avevano altresì i pellegrinaggi da Venezia verso la Terrasanta, sia a scopo spirituale che commerciale.
I flussi di navi, per i tempi dell'epoca, erano enormi. In città era presente una vasta offerta di ospitalità differenziata: da quella religiosa e caritatevole (monasteri e ospizi per i poveri e i malati), a quella istituzionale per le autorità straniere, sino a locande ed osterie o camere in alloggi privati.
Ovvia quindi la necessità della presenza di persone in grado di orientare coloro che provenivano da fuori città.
Venezia ha sempre adottato una politica di massima apertura e tolleranza verso gli stranieri. In città erano presenti moltissime comunità, per lo più dedite ad attività economiche specifiche e gravitanti attorno a zone urbane ben definite.
Tipica, ad esempio, era la zona dei Lucchesi, in cui l'omonima comunità si dedicava all'arte della seta, ma c'era anche il Fondaco dei Tedeschi.
Tipica, ad esempio, era la zona dei Lucchesi, in cui l'omonima comunità si dedicava all'arte della seta, ma c'era anche il Fondaco dei Tedeschi.
Questa politica garantiva alla Serenissima di conservare e sviluppare la propria prosperità. Le singole comunità mantenevano la propria identità culturale con l'incremento di fiorenti relazioni economiche. Nel contempo, però, Venezia praticava un rigido controllo tramite una struttura gerarchica di concessioni, corporazioni, normative.
I tolomazi costituivano un gruppo chiuso, e come tale avevano il monopolio del supporto ai viaggiatori. Tra le loro prerogative vi era anche l'aiuto nel cambio della valuta e la visita alla città.
Essi agivano sotto lo stretto controllo di una apposita magistratura cittadina, che ne vigilava l'operato economico. Così, la Repubblica assicurava ai viaggiatori tramite le "guide turistiche" un'accoglienza positiva e a sé stessa una fondamentale possibilità di controllo sulle diverse comunità, affinché non la frodassero e non acquistassero eccessivo potere.
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