Le vette dell'arte medievale: il mosaico dell'abside del Duomo di Pisa

Se andate al duomo di Pisa, potrete ammirare una delle ultime opere di Cimabue: un anno prima di morire infatti, nel 1301, il grande maestro del XII secolo comincia a lavorare su un grande mosaico absidale che ha come tema il Cristo in trono fra la Vergine e San Giovanni. Guardiamo insieme questo grande capolavoro dell'arte medievale.

L'abside del duomo di Pisa

Fra il settembre del 1301 ed il febbraio del 1302, Cimabue comincia a lavorare al mosaico: quello che sappiamo è che arrivò fino alla composizione di San Giovanni, sulla destra rispetto al punto di vista dell'osservatore; poi l'artista morì e il mosaico venne completato da Francesco da Pisa e Vicino da Pistoia che nel 1320 conclusero il lavoro lasciato incompiuto dal maestro.

Il San Giovanni composto da Cimabue

Se osserviamo la scena, ammiriamo Cristo seduto su di un cuscino cilindrico; sulle gambe è aperto un libro con la scritta latina "Ego sum lux Mundi" (io sono la luce del mondo). La rigidezza e la compostezza del volto si contrappone alla dinamicità della veste, data dalle numerose pieghe presenti. Sotto il piede di Cristo un serpente e un basilisco sono schiacciati, a simbolo della sconfitta del demonio.

Ai lati si trovano la Vergine, da cui spicca l'aureola gemmata; ha la mano sinistra sollevata e girata verso lo spettatore, quasi a richiamare la sua attenzione; dall'altro lato san Giovanni regge il libro evangelico e inclina dolcemente la testa, anche per assecondare l'andamento del grande arco absidale in cui è collocato il mosaico. La figura di san Giovanni ha un'ampia dilatazione, una capigliatura gonfia, un'aria malinconica quasi accennante al sorriso; regge il libro con entrambe le mani, ha le dita massicce, il naso dritto, tutte caratteristiche che ritroviamo nel Cimabue maturo, dagli affreschi di Assisi (1288-1292 circa) in poi e, in primis, nella Maestà di Santa Trinita (1290-1300 circa), conservata al Museo degli Uffizi a Firenze.

Il mosaico è sicuramente ispirato a quelli delle chiese bizantine e normanne: basti pensare ai mosaici ravennati o al duomo di Monreale, a cui in passato abbiamo dedicato un articolo, che grande influsso diede agli artisti del tempo.

Resta comunque la testimonianza dell'opera di uno dei più grandi artisti dell'era medievale, che tutt'oggi abbiamo il privilegio di poter ammirare.

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