I Cosmati

 Fra il XII ed il XIII secolo i marmorari romani avevano raggiunto una perfezione tale, nella realizzazione delle loro opere, da riuscire a passare alla storia. Stiamo parlando dei Cosmati.

Tipico pavimento cosmatesco, dalle caratteristiche volute e dagli intarsi mosaicati

Si tratta di una serie di famiglie romane specializzate nella lavorazione del marmo. La più importante è stata senza dubbio quella di Tebaldo Marmorario, vissuto fra il 1100 ed il 1150, che con i suoi successori Lorenzo, Iacopo e Cosma, danno il via allo stile che sarà poi definito, nel XIX secolo da Camillo Boito, "cosmatesco", che riguarderà la tecnica delle loro opere e di chi li imiterà.

Chiostro lateranense con colonne binate in stile cosmatesco

Questo stile consiste nell'uso di mosaico di vetro in combinazione con il marmo. A volte è intarsiato sugli architravi di porte in marmo bianco, sui fregi dei chiostri, sulle scanalature delle colonne e sui monumenti sepolcrali. A volte, incornicia pannelli, di porfido o di altri marmi, su pulpiti, sedie episcopali, schermi, ecc., oppure è esso stesso utilizzato come pannello. I colori sono sempre brillanti e sono presenti diffusamente tessere d'oro. Per quanto esposto, nelle loro opere si sente molto lo stile bizantino.

I cosmati realizzano quasi tutti i pavimenti musivi delle basiliche e delle chiese di Roma fra l'XI ed il XII secolo, lasciando scritte a grandi lettere le loro firme. Luca, figlio di Cosma, è menzionato nel 1255 tra i membri della schola addestratorum mappulariorum et cubiculariorum, che era una carica insignita dal papa alla famiglia di questi marmorari, quindi certamente ereditata dai suoi avi, che dimostrava quanto essi godessero di una elevata condizione sociale grazie a un rapporto diretto e di grande prestigio con la curia pontificia.

Lo stile avrà un'importante diffusione in Italia centrale, lasciandoci opere di una bellezza unica e di pregevole fattura.

Fregio cosmatesco in San Paolo fuori le Mura


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