Il riscaldamento nei castelli medievali

Immaginate di essere in una buia notte d'inverno all'interno del castello del vostro signore: il vento fischia passando fra i varchi delle fredde mura di pietra e il gelo della neve vi penetra fin dentro le ossa; così vi trovate a dover escogitare un modo per non morire assiderati in quei grandi stanzoni che disperdono il calore. Effettivamente, a cavallo fra l'alto e il basso medioevo, come facevano a resistere ai freddi inverni gli abitanti dei castelli? Scopriamolo insieme.

Traccia di un camino nel castello di Noale

Inizialmente, nei castelli, si usava accendere il fuoco direttamente al centro della stanza, lasciando che il fumo uscisse dalle aperture presenti nei muri. Come si può immaginare, questo sistema non è molto efficace in quanto, mancando un sistema di tiraggio, il fumo tendeva ad accumularsi nelle parti alte degli ambienti rendendoli insalubri. 

L'invenzione di un fuoco contenuto in una nicchia del muro, con i fumi aspirati da una cappa soprastante, prese presto piede in quanto permetteva di rendere l'ambiente più salubre. Il camino divenne presto l'elemento per antonomasia del riscaldamento invernale dei freddi manieri; caratterizzato da rivestimenti refrattari per evitare che il calore scheggiasse i mattoni, era sormontato sul tetto da un comignolo, pensato affinché il fumo non invadesse le parti alte del castello ma si disperdesse il più possibile in atmosfera. Il camino non fu la sola tecnica sviluppata per adattarsi ai freddi climi invernali; infatti le strategie per difendersi dal freddo, soprattutto in un'era in cui era difficilissimo isolare gli ambienti interni da quegli esterni, erano varie. Vediamole insieme.

Ipocausto: i fumi di combustione dei camini collocati in locali interrati, venivano convogliati attraverso le intercapedini delle pareti; essendo i fumi caldi, essi permettevano un minimo di riscaldamento. L'idea era ispirata dall'ambiente del calidarium delle terme romane.

Resti di ipocausto nel castello di Casertavecchia

Fornaci: le fornaci delle cucine, anche grazie all'uso del sistema a ipocausto contribuivano al sistema di riscaldamento e fornivano acqua calda agli abitanti del castello.

Bracieri: le stanze dei castelli erano spesso ambienti vasti e con tetti alti; un singolo camino allora non era in grado di riscaldare l'intero volume della stanza, quindi i nobili risolvevano il problema mettendo nel punto freddo della stanza in cui dovevano stare un braciere: un recipiente di metallo pieno di carboni ardenti che consentiva così di poter star caldi. Spesso i bracieri venivano messi sotto i tavoli durante i banchetti, anche se bisognava stare molto attenti alle braci che, se fossero caduti sul pavimento in legno, avrebbero potuto scatenare devastanti incendi.

Riproduzione di braciere medievale

Non mancava infine il vestiario: vestirsi a strati, in modo da isolare il corpo dal freddo aggressivo, era un ulteriore metodo per stare al caldo. L'uso di vestiti di lana e mantelli era necessario affinché i castellani non patissero eccessivamente il freddo.

Arazzi e tappeti: gli arazzi e i tappeti non avevano soltanto un fine decorativo. I pavimenti e le pareti infatti, essendo in pietra, erano freddi; ed era necessario isolarsi da questo freddo con dei tessuti appositi. Quindi queste decorazioni, oltre ad avere un ruolo di sfoggio di ricchezza, erano anche strategici nel contribuire all'isolamento degli ambienti e all'accumulo di calore.

Come si può vedere, i metodi e gli accorgimenti per ripararsi dai rigidi inverni erano diversi. Di certo, i nostri avi erano dotati di una resistenza ed un'abitudine ai climi rigidi diversi dalle nostre, abituati come siamo a tutti i comfort del progresso e della tecnologia, anche perché, nonostante gli accorgimenti e le contromisure prese, le stanze degli ambienti medievali erano oggettivamente più fredde di quelle di oggi.

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