L'introduzione della quarantena
Le epidemie e le pandemie accompagnano l'umanità fin dalla sua nascita. Fino all'introduzione dei vaccini, infatti, le malattie virali hanno regolato la crescita demografica umana, e fin dall'antichità ci si è resi conto che alcune malattie potevano trasmettersi da persona a persona; ragion per cui la persona infetta, per il bene della comunità, doveva essere allontanata.
Come si comportarono le comunità per le grandi epidemie medievali? Scopriamolo insieme!
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| Rappresentazione allegorica della peste di Giustiniano |
Una prima documentazione altomedievale di come le comunità reagirono alle epidemie e alle pandemie la abbiamo con la peste di Giustiniano, che flagellò l'Asia e l'Europa a partire dal VI secolo, fino all'VIII secolo dopo Cristo. Il male si stava espandendo per tutto il bacino del Mediterraneo, e a Clermont, nel sud dell'odierna Francia, il vescovo Desiderio cercò di fermarne l'avanzata, proprio come se fosse un vero esercito, chiudendo le porte della città ai commerci con le altre zone infette. Il vescovo in pratica creò quello che è a tutti gli effetti un cordone sanitario, in quanto si impediva fisicamente a potenziali o sospetti contagiati di entrare in zone sane e non contagiate, preservando così la salute pubblica della propria popolazione.
Questo genere di malattie di solito era diffuso da chi viaggiava, quindi è normale che in tempo di pace, quando non si muovevano gli eserciti, i mercanti fossero sotto la lente di ingrandimento dei signori medievali. Nel 1374 ad esempio, nella Repubblica di Venezia, a seguito della peste nera che stava decimando l'Europa, le navi mercantili venivano fermate prima di approdare in città, respingendo quelle considerate non sicure. La procedura risultava non efficace in quanto favoritismi e discriminazioni facevano passare navi spesso a rischio. A Ragusa invece, adottarono una strategia più accorta: nel 1377 introdussero un regolamento che prevedeva, per navi provenienti da paesi a rischio, di stare in rada per una trentina di giorni. Questo consentiva alla città croata di monitorare l'esplosione di eventuali focolai di peste sulle navi e scegliere quindi se far sbarcare o meno i mercanti e i marinai presenti a bordo.
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| Ragusa in Croazia |
Venezia così scelse di seguire l'esempio di Ragusa: studiando il tempo intercorrente dall'infezione alla morte dell'infetto, ci si accorse che il decorso dell'evoluzione della malattia era di circa 37 giorni; ragion per cui la città lagunare decise di allungare il tempo di isolamento in mare della nave da 30 a 40 giorni. Era appena nata la quarantena (da quaranta giorni di isolamento).
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| Venezia, la città commerciale che introduce la quarantena |
La tecnica della quarantena permette di poter preservare i commerci e di impedire ripercussioni troppo pesanti alle economie delle città medievali, consentendo così di evitarne la distruzione e di conseguenza il collasso delle società all'epoca esistenti.
La quarantena, nel corso dei secoli, verrà applicata a molte altre pandemie che flagelleranno la storia umana. Si tratta di un meccanismo a volte brutale, ma necessario per preservare l'incolumità pubblica; un meccanismo nato ai primordi della storia, ma perfezionato e regolato nel medioevo.



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