L'introduzione delle carte da gioco in Europa
Una delle grandi novità introdotte nel medioevo fu l'invenzione dei giochi di carte. Come partì il tutto? Scopriamolo insieme!
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| Un fante di denari di fine XIV secolo |
Diversi documenti ci indicano che, intorno al X secolo, in Cina, poco dopo l'invenzione della carta, cominciarono a diffondersi diverse carte che avevano la funzione di moneta. Ogni tipologia di carta aveva un valore ben definito e venivano utilizzate sia come moneta di scambio che come posta di scommessa per giocare. Il numero e la tipologia di simboli disegnati sulla carta, detti "semi", indicavano il valore economico della carta.
Attraverso gli scambi culturali ed economici con la popolazione dei Mammelucchi, le carte arrivarono prima in Medioriente e poi, nel XIII secolo, fecero la loro comparsa in Europa: in Inghilterra, negli atti del concilio di Worcester del 1240 si accenna spesso alle carte da gioco, anche se il gioco principe restano gli scacchi; nel XIV secolo ne parlano Petrarca e Boccaccio.
Il mazzo introdotto dai Mammelucchi era molto simile a quello odierno: conteneva 52 carte divisibili in quattro tipologie di semi, in particolare le Jawkān (bastoni da polo), Darāhim (denari), Suyūf (spade) e Tūmān (coppe); ogni gruppo di semi aveva carte numerate da 1 a 10 e tre figure che erano malik (re), nā'ib malik (viceré) e thānī nā'ib (secondo viceré).
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| Un sette di denari mammelucco |
La sharia impedisce di mostrare figure, ragion per cui Re, Vicerè e secondo Vicerè erano figure stilizzate.
Dal XIV secolo, in Europa, le carte cominciano a diffondersi molto rapidamente: il mazzo di carte più antico arrivato fino a noi è databile fra il 1390 ed il 1420, è denominato Italia 2, ed è conservato in Spagna; del XV secolo sono anche le carte dei Tarocchi, nati dall'unione di un mazzo di carte tradizionale con una serie di carte speciali dette Trionfi, e utilizzati per giochi di presa. I mazzi più famosi e più antichi di Tarocchi arrivati fino a noi furono realizzati per i Visconti di Milano e per gli Este di Ferrara. Se ne conoscono vari esemplari, ma tutti incompleti, conservati presso collezioni pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti. L'unico mazzo completo giunto ai nostri giorni dal Quattrocento è quello dei Tarocchi Sola-Busca, conservato a Milano nella Pinacoteca di Brera.
Sempre in questo periodo, gli europei variarono la composizione delle carte mammelucche al fine di poter rappresentare le famiglie reali che all'epoca regnavano in Occidente; così vennero introdotte le figure dei re, dei cavalieri e dei servi. In un secondo momento si arrivò anche all'introduzione della regina, che in alcuni casi rimpiazzava la figura del re. Anche i semi subirono variazioni, rimanendo però sempre di quattro tipologie, quindi senza sconvolgere in modo radicale l'originaria strutturazione delle carte mammelucche.
Il gioco delle carte entrò nella vita quotidiana degli abitanti del medioevo; nel corso dei secoli, gli europei continueranno a far evolvere le carte fino ad arrivare ai giorni nostri, dove tutt'ora questi oggetti vengono diffusi e commerciati con successo.


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