La sepoltura nel Medioevo

La sepoltura dei morti in epoca medievale, contrariamente a ciò che avveniva in precedenza, viene effettuata nei pressi delle chiese. Particolarità di questo tipo di sepoltura è la mancanza di iscrizioni sulle tombe che diventano completamente anonime.
Bisogna precisare che, inizialmente, la religione cristiana era contraria alla tumulazione all'interno di edifici religiosi. Evidentemente questa regola fu abbandonata nei secoli successivi e le inumazioni dei defunti iniziarono ad essere effettuate proprio all'interno delle chiese, cioè tra i vivi

. Oltre alle sepolture all'interno della chiesa vera e propria, venivano utilizzati anche il cortile, l'atrio, il chiostro (talora definito ossario) e tutte le zone limitrofe all'edificio religioso consacrate. La sepoltura quindi doveva avvenire "ad sanctos et apud aecclesiam", ovvero vicino ai santi e presso le chiese. Infatti, il prestigio della sepoltura aumentava nel momento in cui si trovava nelle vicinanze delle reliquie di un santo, per esempio.

capolettera miniato raffigurante il funerale di san Francesco.
 Miniatura di ambito bolognese
Tutti sappiamo che i santi, all'interno di una chiesa, hanno la loro cappella. Ebbene, era così anche nel Medioevo, e chi poteva permetterselo, chiedeva di essere sepolto all'interno di una chiesa vicino ad un santo o nei pressi di determinate immagini sacre o in un punto preciso del cimitero esterno. Per questa ragione, i ricchi aristocratici potevano essere seppelliti all'interno della chiesa mentre ai poveri spettava la tumulazione all'interno di fosse comuni ubicate nel recinto esterno o intorno alle mura; fosse comuni dalle quali si traslavano periodicamente le ossa che venivano riposte negli ossari.
Le famiglie nobili infatti, possedevano all'interno della chiesa la loro cappella privata, la quale era dotata di "moria" o sepolcro, in cui venivano deposte le spoglie degli appartenenti al nobile casato.
Si poteva essere sepolti all'interno di questa "moria" solo dopo il pagamento della cosiddetta quarta funeraria. C'è da dire che questo balzello, che si elargiva per ottenere una inumazione degna del defunto, rappresentava una fonte di guadagno davvero notevole per il clero, e ciò aveva come conseguenza, il sorgere di frequenti tensioni tra le parrocchie o tra le confraternite.

Dunque, abbiamo appurato che le sepolture venivano fatte sia all'interno che all'esterno delle chiese, nello spazio circostante che veniva definito "corte". Curiosità: è proprio da questa espressione che nascono i primi termini per indicare i cimiteri (in italiano, per esempio, si arriverà alla definizione di "camposanto").

Oltre al tradizionale metodo di sepoltura, bisogna sottolineare che esistevano anche altri metodi di tumulazione dei defunti, seppur poco utilizzati o comunque adoperati soltanto in casi eccezionali.
1475 ca. Ghirlandaio, Esequie di S. Fina,  San Giminiano, Collegiata
Un primo esempio da riportare è quello della mummificazione, effettuata dalle sapienti mani di chierici ed alchimisti attraverso l'utilizzo di erbe, creme e medicinali. È probabile che diversi personaggi storici di quest'epoca siano stati mummificati; questo per far sì che il re, l'imperatore o il conquistatore in questione continuasse, in un certo senso, a "vivere" anche dopo la sua dipartita.

Altro caso di sepoltura non convenzionale si aveva quando una città si trovava sotto assedio ed il cimitero non era raggiungibile. Sebbene per i cristiani rappresentasse qualcosa di sacrilego, in questi casi, si ricorreva all'utilizzo di fosse comuni all'interno della stessa città per cremare i cadaveri dei morti, oppure, in condizioni ancora più estreme, si cercava di avvelenare le acque circostanti la città gettando i cadaveri nei fiumi o nei corsi d'acqua limitrofi.

Infine, c'è da dire che, probabilmente, nelle terre del profondo nord Europa la cremazione dei cadaveri pare che fosse discretamente diffusa, anche se, secondo molti esperti, questa sarebbe soltanto una leggenda.

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