Le corporazioni medievali

Le corporazioni, che nel Medioevo erano conosciute come Arti o Mestieri, mentre nei paesi germanici venivano chiamate Gilde, incarnano la forma di organizzazione del lavoro più abituale nelle fiorenti città dell’Europa occidentale, a partire dalla prima età comunale e fino a tutto l’Antico Regime.
Matricola dell'Arte dei Drappieri, 1411

A dire il vero,  non si tratta di un fenomeno propriamente medievale, nonostante i primi secoli della loro esistenza siano di solito i più studiati. In realtà, le prime tracce dell'esistenza di associazioni che riunissero coloro che esercitavano uno stesso mestiere, risalgono all'epoca romana, e più precisamente al I secolo. La corporazione è quindi il sodalizio tra tutti coloro che, in una determinata città, praticano lo stesso commercio o lo stesso mestiere; ovviamente non ci si riferisce ad apprendisti e salariati, i quali non giocano alcun ruolo nell’organizzazione corporativa, bensì solamente ai padroni. 

La corporazione è sottoposta al controllo dell’autorità cittadina, sia essa quella del comune o del principe; ma è, a sua volta, delegata a disciplinare l’esercizio del traffico, del commercio o del mestiere, in condizioni di monopolio. In altre parole nessuno, senza essere iscritto all’Arte, può essere autorizzato ad avviare e a portare avanti una propria attività. È la corporazione a stabilire, nella più completa autonomia, prezzi, salari e condizioni di lavoro, fino alla possibiltà di negare il diritto di associazione e di sciopero a determinate categorie di manodopera. 

Una preziosa raffigurazione dei simboli di tutte
 le Corporazioni del Comune di Orvieto.
Evidentemente non tutte le corporazioni hanno eguale prestigio; quelle che radunano lanaioli, mercanti, banchieri, giudici, notai (conosciute a Firenze come “Arti maggiori”) hanno maggior peso ed importanza rispetto a quelle dei mestieri artigianali ( chiamate “Arti minori”).In alcuni casi, fra cui quello fiorentino, che è quello oggetto dei maggiori studi, le corporazioni, e nello specifico le Arti maggiori, sono completamente integrate nell'organizzazione amministrativa del comune, al punto tale che, tra il XIII ed il XIV secolo, giungono quantomeno in teoria a dominarlo, arrivando a nominare direttamente i massimi magistrati cittadini; un risultato che decreta la supremazia dei mercanti più ricchi e degli uomini d’affari, sostenuti dalla maggioranza dei negozianti e artigiani, a svantaggio sia dell’aristocrazia militare che del proletariato urbano.
Successivamente, con il sopraggiungere del tramonto dell'esperienza comunale, si scriverà la parola fine anche per ciò che concerne il ruolo politico delle corporazioni, che tuttavia proseguiranno nei secoli a venire, in Italia come nel resto d'Europa, a regolamentare la vita economica del mondo urbano.

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