La chiesa di San Giovanni a Carbonara

Se passeggiando per Napoli vi ritroverete ai margini nord orientali del suo centro antico, scorgerete una larga strada che, prima di restringersi, presenta a destra una scenografica scalinata che porta ad un'antica chiesa di origine medievale: San Giovanni a Carbonara.

Facciata laterale del complesso di San Giovanni a Carbonara. A sinistra, in primo piano, la chiesa della Pietatella a Carbonara
La chiesa, rimaneggiata nel corso dei secoli, presenta comunque intatto il suo impianto originario medievale. Il nome deriva dal fatto che la terra su cui sorge era destinata allo scarico dei rifiuti cittadini inceneriti; tali rifiuti, poi, venivano portati a mare dai torrenti che un tempo occupavano la larga via su cui si affaccia la chiesa, oggi chiamata, per l'appunto, via Carbonara. L'ampio convento annesso, nei secoli successivi convertito in caserma, arrivava fino a ridosso delle mura cittadine. La chiesa fu ampliata nel XV secolo da re Ladislao di Durazzo, che lì volle essere seppellito; nei secoli successivi, divenne uno dei centri di studio più importanti di Napoli. Dopo la seconda guerra mondiale furono eliminate le aggiunte ottocentesche, riportando la chiesa alla sua forma medievale originaria.

Salendo le scale, costruite da Ferdinando Sanfelice, ed entrando per la porta laterale, ci troviamo davanti alla facciata laterale della chiesa, costruita con lo stile tipico delle architetture religiose medievali napoletane, che prevedevano l'uso di blocchi squadrati di tufo giallo, contornati da quelli di piperno, usati per costruire i pilastri.

Ingresso laterale alla chiesa
Entrati attraverso il marmoreo portale gotico, la cui lunetta è decorata ad affresco, si accede ad una grande navata di stile gotico italiano.

Navata principale della chiesa
Sul fondo è presente il monumento funebre medievale più importante dell'Italia meridionale: la tomba di re Ladislao di Durazzo.
Parliamo di un monumento funebre imponente, alto circa 18 metri, e cioè quanto un odierno palazzo di circa cinque piani. Venne scolpito da Andrea Guardi da Firenze fra il 1414 ed il 1428, su richiesta della sorella di Ladislao, la regina Giovanna II d'Angiò, che voleva degnamente onorare la morte del fratello e di tutta la casata d'Angiò-Durazzo.

Primo piano del monumento funebre
Il monumento occupa tutta la larghezza dell'abside, e contiene la porta di ingresso alla retrostante cappella rinascimentale di Caracciolo del Solo. Esso è suddiviso in quattro ordini orizzontali e cinque fasce verticali, di cui la centrale è circa il doppio delle altre quattro laterali, mentre le due più esterne sono addossate alle pareti laterali dell' abside. Di seguito, uno schema delle sculture e dei dipinti più importanti che compongono il monumento:


Particolare della base, con re Ladislao e regina Giovanna in primo piano. In alto è visibile la cassa sepolcrale

Superato il portale di ingresso al centro del monumento funerario, si apre, dinanzi agli occhi del visitatore, un capolavoro di epoca quattrocentesca: la cappella Caracciolo del Sole. Questa cappella è un ambiente circolare, caratterizzato da grandi finestroni che consentono il passaggio di notevoli quantità di luce.

Cappella Caracciolo del Sole

Fu costruita nel 1427, mentre il monumento funebre risale al 1441. Le mattonelle maiolicate risalgono alla seconda metà del XV secolo. Il terremoto del 1688 distrusse gli affreschi araldici presenti nelle vele della cupola, e costrinse la famiglia Caracciolo a costruirne una nuova maiolicata all'esterno e decorata a putti al suo interno. Anche questa cupola, nel XIX secolo crollò, ed il successivo committente decise di lasciare la nuova cupola totalmente spoglia di decorazioni. Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, la cupola crollò nuovamente e, nella seconda metà del XX secolo, venne costruita una cupola totalmente disarmonica rispetto al resto della cappella.
Gli affreschi sono di Leonardo da Besozzo ed Antonio da Fabriano; sono rappresentate scene dei monaci eremiti e di padri agostiniani che fanno rituali di vario tipo. Sono inoltre presenti le Storie della Vergine Maria, dipinte con tale dovizia di particolari da mostrarci dettagli degli usi e costumi dell'epoca del dipinto.

Affreschi in corrispondenza dell'ingresso
Una delle tante scene di vita monastica presenti in cappella
Una delle scene delle Storie della Vergine Maria

Oltre agli ambienti medievali, è necessario dire che sono degne di nota le cappelle che contornano l'ambiente principale della chiesa; autentici capolavori del rinascimento napoletano, che dimostrano quanto la chiesa, nella precedente epoca medievale, fosse importante. Fra le più rilevanti si ricordano:

La cappella Caracciolo di Vico, autentico trionfo scultoreo cinquecentesco:


Un'elegante crocifissione dipinta da Giorgio Vasari risalente al 1545; l'altare Miroballo, del 1452:

Altare Miroballo
La Cappella Somma, autentico capolavoro rinascimentale


In sintesi, se vi capita di fare una visita ai quartieri storici nord orientali del centro storico, la tappa a San Giovanni a Carbonara è doverosa per conoscere le testimonianze storiche della Napoli medievale.

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