La via della Seta
E' forse la rotta commerciale più importante della storia dell'umanità. Ha origini antichissime: infatti si costituì per via del continuo scambio di merci fra l'Impero Romano, popoli situati in Asia Centrale e la Cina. La Cina esportava dalle sue terre la seta, che attraverso gli scambi arrivava fino ai Romani; mentre i romani mandavano verso oriente merci preziose. Ma non fu soltanto una semplice via di scambio commerciale: su di essa viaggiarono conoscenze, idee e religioni, oltre a svolgere una sorta di lavoro di unione tra i popoli su cui si snodava. La via della seta non era una semplice via, ma un fascio di rotte commerciali, che si snodava attraversando tutta l'Asia meridionale.
Quanto è importante per il Medioevo questa rotta? Beh, lo fu principalmente per l'Impero Bizantino. Pensiamoci un attimo: quello Bizantino è l'impero che per secoli ha fatto da porta all'Occidente per la via della Seta, di conseguenza era normale che ne beneficiasse più di tutti; inoltre, nell'alto Medioevo, la decadente Europa, ormai stremata dalle invasioni barbariche, non offriva un commercio fiorente come quello che arrivava dall'estremo oriente. Così l'Impero trovò vantaggioso concentrarsi di più nei rapporti con il continente asiatico. In questo modo i Cinesi si trovarono ad importare dai Bizantini vasellame e stoffe prodotte in Siria e ad esportare la loro seta. Gli scambi commerciali fra Bizantini e Cinesi erano indiretti, in quanto erano i Parti, i Sasanidi, i Berberi e le altre popolazioni asiatiche che favorivano tali scambi, attraverso una solida rete commerciale.
Il problema per i commerci Bizantini, comunque, era rappresentato dai Sasanidi, sul cui territorio passavano le rotte della via.
Durante i conflitti con i Sasanidi era impossibile arrivare in Cina, e di conseguenza il commercio con l'estremo oriente non era praticabile. Giustiniano cercò di ovviare a questo problema tentando di aprirsi un passaggio per l'Oriente attraverso la Crimea, e in questa occasione i Bizantini avviarono delle relazioni diplomatiche con i Turchi, anch'essi venuti in conflitto commerciale con i Sasanidi. Sotto il successore di Giustiniano, Giustino II, Bizantini e Turchi si allearono contro i Persiani. Un altro modo con cui Giustiniano cercò di commerciare con la Cina senza passare per la Persia, fu giungervi via mare, attraversando mar Rosso e Oceano Indiano. In quest'occasione strinse rapporti commerciali con gli Etiopi del Regno di Aksum. Tuttavia entrambe le vie alternative presentavano inconvenienti: l'Oceano Indiano era dominato dai mercanti sasanidi, mentre la via asiatica era impervia e piena di pericoli.
Il problema fu risolto da due monaci provenienti dalla Cina o da qualche regione circostante, che si recarono a Costantinopoli nel 552 e svelarono all'imperatore il segreto della produzione della seta. Essi vennero allora incaricati dall'Augusto di procurarsi clandestinamente, in Cina, uova di bachi da seta in modo da portarle a Costantinopoli e permettere ai Bizantini di autoprodursi la seta, senza importarla. Tuttavia passarono parecchi anni prima che la seta autoprodotta divenisse sufficiente per soddisfare la domanda interna, cosicché l'importazione di seta dalla Cina attraverso la Persia, continuò per qualche tempo. Comunque la fioritura della produzione della seta nell'impero che ne seguì, fece sì che tale settore divenisse uno dei più importanti dell'industria bizantina e portò a un considerevole aumento delle entrate.
Un nuovo revival si avrà nel XIII Secolo. L'espansione dell'impero mongolo in tutto il continente asiatico, dal 1215 circa al 1360, diede stabilità economica alla grande area e ristabilì l'importanza della via della seta come straordinario mezzo di comunicazione tra oriente e occidente, anche se ormai da diversi secoli la seta, prodotta già nella stessa Europa, vi aveva poca importanza. Tra il 1325 e il 1354, un grande viaggiatore musulmano marocchino, Ibn Battuta, arrivò ad attraversare la Crimea e l'attuale Medio Oriente, proseguendo fino ai principati mongoli degli eredi di Gengis Khan, di cui lasciò vivacissime descrizioni. Poco dopo la metà del XIII secolo, Marco Polo raccontò ne "Il Milione" di essere arrivato fino alla Cina e alla corte dell'imperatore-conquistatore mongolo Kublai Khan, di cui sarebbe diventato un consigliere di fiducia. Lo stesso Marco Polo farà capire ai popoli europei che, all'altro capo della Via della Seta, è presente l'impero cinese. Come lui (e in diversi casi prima di lui) viaggiarono su quelle piste, numerosi missionari cristiani.
Le strade che costituivano la via della Seta |
Quanto è importante per il Medioevo questa rotta? Beh, lo fu principalmente per l'Impero Bizantino. Pensiamoci un attimo: quello Bizantino è l'impero che per secoli ha fatto da porta all'Occidente per la via della Seta, di conseguenza era normale che ne beneficiasse più di tutti; inoltre, nell'alto Medioevo, la decadente Europa, ormai stremata dalle invasioni barbariche, non offriva un commercio fiorente come quello che arrivava dall'estremo oriente. Così l'Impero trovò vantaggioso concentrarsi di più nei rapporti con il continente asiatico. In questo modo i Cinesi si trovarono ad importare dai Bizantini vasellame e stoffe prodotte in Siria e ad esportare la loro seta. Gli scambi commerciali fra Bizantini e Cinesi erano indiretti, in quanto erano i Parti, i Sasanidi, i Berberi e le altre popolazioni asiatiche che favorivano tali scambi, attraverso una solida rete commerciale.
Il problema per i commerci Bizantini, comunque, era rappresentato dai Sasanidi, sul cui territorio passavano le rotte della via.
Impero Bizantino (in blu) e Sasanide (in giallo). La via della Seta passava attraverso i territori Sassanidi |
Durante i conflitti con i Sasanidi era impossibile arrivare in Cina, e di conseguenza il commercio con l'estremo oriente non era praticabile. Giustiniano cercò di ovviare a questo problema tentando di aprirsi un passaggio per l'Oriente attraverso la Crimea, e in questa occasione i Bizantini avviarono delle relazioni diplomatiche con i Turchi, anch'essi venuti in conflitto commerciale con i Sasanidi. Sotto il successore di Giustiniano, Giustino II, Bizantini e Turchi si allearono contro i Persiani. Un altro modo con cui Giustiniano cercò di commerciare con la Cina senza passare per la Persia, fu giungervi via mare, attraversando mar Rosso e Oceano Indiano. In quest'occasione strinse rapporti commerciali con gli Etiopi del Regno di Aksum. Tuttavia entrambe le vie alternative presentavano inconvenienti: l'Oceano Indiano era dominato dai mercanti sasanidi, mentre la via asiatica era impervia e piena di pericoli.
Giustiniano, l'Imperatore che cercò di ripristinare la via della Seta durante i conflitti con i Sassanidi |
Il problema fu risolto da due monaci provenienti dalla Cina o da qualche regione circostante, che si recarono a Costantinopoli nel 552 e svelarono all'imperatore il segreto della produzione della seta. Essi vennero allora incaricati dall'Augusto di procurarsi clandestinamente, in Cina, uova di bachi da seta in modo da portarle a Costantinopoli e permettere ai Bizantini di autoprodursi la seta, senza importarla. Tuttavia passarono parecchi anni prima che la seta autoprodotta divenisse sufficiente per soddisfare la domanda interna, cosicché l'importazione di seta dalla Cina attraverso la Persia, continuò per qualche tempo. Comunque la fioritura della produzione della seta nell'impero che ne seguì, fece sì che tale settore divenisse uno dei più importanti dell'industria bizantina e portò a un considerevole aumento delle entrate.
Costantinopoli, Antiochia, Tiro, Beirut e Tebe, divennero grandi produttori di seta, e la via divenne poco utilizzata per i commerci.
Viaggiatori lungo la via della Seta |
La disintegrazione dell'Impero Mongolo getterà l'Asia Centrale nel caos; la Cina inoltre, dopo la cacciata della dinastia mongola degli Yuan, si chiuderà su se stessa, e questo segnerà la fine dell'importante strada di comunicazione.
Al giorno d'oggi si parla di nuovo di via della seta. La speranza è di vedere questa importante rotta commerciale di nuovo operativa, ripristinando il fascino di una storia che affonda le sue radici nei millenni passati.
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