Gli tsunami di Stromboli

Francesco Petrarca, durante il suo soggiorno a Napoli, scrisse di uno tsunami che ne devastò totalmente il porto, uccidendo un numero considerevole di persone. Orbene, il 24 gennaio di quest'anno, un team di archeologi e vulcanologi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha pubblicato un articolo in cui è riuscito a ricostruire l'origine di questo tsunami e di altri due. Più discipline insieme dunque, sono riuscite a ricostruire fatti risalenti al Medioevo, e la notizia ha fatto il giro delle principali testate giornalistiche nei giorni passati. Vediamo insieme come hanno fatto.

L'isola di Stromboli

Perché un'immagine di Stromboli? Perché gli tsunami in questione partirono, secondo gli autori della ricerca, da quest'isola. Le investigazioni sono state portate avanti nel corso di alcuni scavi archeologici effettuati nell'abitato di Stromboli, situato a nord est dell'isola. Si tratta di quattro trincee, realizzate a ridosso dell'abitato, in cui sono stati scoperti i resti di antichi insediamenti basso medievali. Si è scoperto che l'isola era densamente abitata e che, dopo la prima metà del XIV secolo, venne improvvisamente abbandonata.
Gli archeologi hanno quindi scavato in corrispondenza dei resti di queste antiche località, le suddette trincee per circa un metro e mezzo di profondità. Ciò che ne è uscito, è stato estremamente interessante: i vulcanologi che hanno esaminato le trincee, hanno infatti notato che sono presenti tre sottili strati, i cui depositi sono ascrivibili al passaggio di onde marine anomale, cioè tsunami.

L'immagine dell'articolo scientifico che mostra i depositi di tsunami: le foto A, B e C si riferiscono a tre trincee diverse; D invece è un dettaglio dello tsunami più recente. UTd, ITd ed LTd sono le sigle che si riferiscono ai tre tsunami rilevati; T1 e T2 sono i depositi riferiti a due grosse eruzioni dello Stromboli avvenute all'epoca dei due suddetti tsunami.

Leggendo la didascalia dell'immagine è possibile notare che i depositi delle eruzioni dello Stromboli sono molto vicini a quelli degli tsunami; si può ipotizzare dunque una relazione fra eruzioni e maremoti.
Gli esami archeologici e vulcanologici hanno evidenziato che questi tre tsunami risalgono tutti al periodo medievale: in particolare, uno potrebbe essere proprio lo tsunami descritto da Petrarca, quello del 1343.
A rafforzare tale ipotesi, un altro scavo effettuato sull'isola, ha fatto emergere una chiesa collassata sotto il peso del materiale da caduta di un'eruzione. La cartografia mostra la pianta di quest'ultima e la presenza di siti funerari.


Pianta e sezione dell'area della chiesa (visibile in grigio), in rosso uno scheletro con tomba annessa

Le analisi archeologiche sui materiali e sulle monete, nonché le datazioni vulcanologiche sui prodotti vulcanici, hanno rilevato che l'eruzione che ha distrutto il sito è avvenuta nella prima metà del XIV secolo. Anche in questo sito sono presenti le tracce di suddetto tsunami.
I dati così raccolti fanno ritenere che probabilmente una forte eruzione abbia portato al collasso di un settore di Stromboli, chiamato Sciara del Fuoco, e che questa enorme frana abbia generato l'immenso tsunami che ha dapprima colpito l'isola, e poi ha viaggiato per 200 km colpendo i porti di Amalfi e Napoli. Le datazioni al carbonio 14 inoltre fanno ipotizzare probabile, come data, il 1343.

Ancora una volta le scienze, unite insieme, hanno cercato di mettere un tassello in più nella costruzione del grande mosaico del passato, segno che soltanto con l'unione di più discipline è possibile ricostruire gli avvenimenti della storia umana.

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