Girando per i vicoli del centro storico di Salerno, alzando il naso all'insù potrete vedere, nei pressi della chiesa di San Pietro a Corte, un palazzo come tanti altri ma con una particolarità: il secondo piano è totalmente decorato con colonnine bifore! In verità, sarete davanti ai resti della reggia fatta costruire da uno dei personaggi più importanti della storia di Salerno: il duca longobardo Arechi II.
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Miniatura di Arechi II |
Il nobile longobardo Arechi II fu il capo del Ducato di Benevento, che faceva parte del regno Longobardo, dal 758 al 774 dopo Cristo, anno in cui si trasferì a Salerno nella sua reggia di nuova costruzione.
Nato nel 734 dopo Cristo e di probabili origini friulane, fu un nobile molto importante in quanto sposò la figlia del re Desiderio; fu lo stesso re a nominarlo duca di Benevento al posto di Liutprando, che si era ribellato alla corona longobarda. A seguito della vittoria di Carlo Magno (a cui abbiamo dedicato un articolo) nel 774, la parte settentrionale del regno capitolò e Arechi assunse il titolo di princeps, proponendosi come erede delle tradizioni, della cultura e dell'identità nazionale del popolo longobardo. Trasferì la corte a Salerno, dove tra il 770 e il 774 aveva costruito, nelle vicinanze delle mura meridionali e affacciata sul mare, l'imponente reggia di cui abbiamo parlato all'inizio, dotata di una cappella palatina dedicata ai santi Pietro e Paolo. È l'unica reggia longobarda ancora esistente e l'ultimo re longobardo, Adelchi, vi soggiornò nel giugno del 774.
La sua attività politica fu volta all'indipendenza del suo potentato: prestò formale giuramento a
Carlo Magno senza accettare però legami vassallatici. Non cercò il conflitto aperto con il Papato e manifestò un atteggiamento amichevole verso i Bizantini. Promotore di ingenti iniziative urbanistiche,
Arechi II fu protettore di uomini di cultura fra cui
Paolo Diacono (se vi interessa conoscere della sua figura, vi proponiamo un sintetico articolo
qui), oltre che committente di numerosi siti monastici. La raffinatezza di ispirazione greca della corte beneventana testimonia la floridezza economica del principato, mentre il codice legislativo emanato da
Arechi II attesta la sua preparazione giuridica. Morì il 26 agosto del 787, pochi giorni prima dello sbarco in Lucania di ambasciatori bizantini incaricati dall'impero di stipulare con il principe longobardo una formale alleanza (siglata poi dalla moglie
Adelperga).
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La cappella palatina della reggia di Arechi, sulla sinistra è visibile la struttura originaria |
Arechi fu un grande mecenate: oltre all'ospitare un letterato del calibro di
Paolo Diacono, costruì la basilica di Santa Sofia a
Benevento (trovate un articolo in merito a
questo link), riempiendola di straordinari affreschi; arricchì
Salerno di monumenti, oltre a farla diventare una delle più importanti città portuali dell'
Italia meridionale.
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La chiesa di Santa Sofia a Benevento |
Ammirabile infine, come punto strategico scelto, il castello (le cui immagini potete trovare sui nostri profili Facebook e Instagram) che domina la città salernitana e che ne caratterizza tutt'oggi il panorama, che fu definito dallo stesso Paolo Diacono imprendibile.
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Il castello di Arechi a Salerno |
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